Terremoto in Turchia e Siria: migliaia le vittime

Una tragedia. Il bilancio del terremoto che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria potrebbe salire di ora in ora. Secondo le prime stime, sarebbero migliaia le vittime e altrettanti i feriti.

Secondo quanto emerso, sono state due le scosse devastanti. La prima di magnitudo 7.8 sulla scala Richter che è stata registrata alle 4,15 locali (le 2,15 in Italia), seguita dopo quindici minuti da un’altra (magnitudo 6.7). Un’altra scossa di 7,5 di magnitudo è stata segnalata alle 13,25 (11,25 nel nostro Paese) con un epicentro centinaia di chilometri più a nord. Sarebbero 2800 gli edifici crollati nelle dieci province turche colpite dal sisma. Almeno 120 scosse di assestamento si sarebbero verificate dopo il terremoto di stanotte nel sud della Turchia, secondo un aggiornamento dell’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). Secondo l’Usgs, che riporta solo le scosse di assestamento più significative, che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sarebbero state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore. Tre delle scosse di assestamento hanno misurato 6.0 o più, incluso il massiccio terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell'epicentro del terremoto principale del mattino. Scosse che, per la cronaca, sono state avvertite fino alla Groenlandia, come evidenziato dall’istituto geologico danese e anche in Libano.

Migliaia anche i feriti. Danni anche alle infrastrutture energetiche. Botas, la compagnia di Stato della Turchia al momento ha interrotto il flusso di gas in tre province. In base a una prima ipotesi, serviranno 48 ore per arrivare a una fornitura regolare che possa raggiungere le aree interessate. Danneggiamenti anche al patrimonio culturale: distrutta la fortezza di Gaziantep, patrimonio Unesco. Scosse di terremoto sono state avvertite pure nelle coste siriane. Il sisma che ha colpito la Turchia la notte scorsa, come ricordato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, ha rappresentato il più grande disastro che ha toccato il Paese dal 1939. Il leader turco si è difatti riferito al terremoto di Erzincan che, 84 anni fa, provocò la morte di circa 33mila persone. Il terremoto di İzmit del 1999, di magnitudo 7.6, si pensa invece che abbia ucciso più di 17mila persone.

Il dottor Haluk Özener, direttore dell’osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, come riportato dalla Bbc in lingua turca, ha rivelato: “Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento. Circa 53 di loro sono più di 4 gradi (sulla scala Richter). Sette di loro sono più di 5 gradi. Possiamo dire che questi terremoti continueranno nei prossimi giorni”.

Al Abdullah dei Caschi Bianchi, organizzazione di difesa civile siriana che agisce nelle aree sotto il controllo dei ribelli, ha annunciato: “Abbiamo bisogno di aiuto. La Comunità internazionale deve fare qualcosa per aiutarci, per sostenerci. La Siria nordoccidentale è un’area disastrata. Ci serve l’aiuto di tutti per salvare la nostra gente… numerosi edifici in diverse città e villaggi della parte nordoccidentale del Paese sono crollati, sono andati distrutti dal sisma. Le nostre squadre hanno risposto a tutte le richieste, in tutti i posti e in tutti gli edifici e tuttora molte famiglie si trovano sotto le macerie. Stiamo cercando di salvarle ma per noi è un compito difficilissimo”.

Le operazioni di soccorso stanno andando avanti. Il pensiero è che moltissime persone siano ancora sotto le macerie. Il dipartimento della Protezione civile, in un primo momento, ha diramato un allarme per un possibile maremoto a causa del sisma in Turchia, ma l’allerta è stata revocata. Gli Usa, da par loro, hanno garantito la disponibilità a inviare “qualsiasi tipo di assistenza” ad Ankara. Parallelamente, dall’Azerbaigian è stata inviata una squadra di 370 persone fornire un aiuto ai soccorsi.

“Gli Stati Uniti – come sottolineato dalla Casa Bianca – sono profondamente preoccupati per le notizie del terribile terremoto in Turchia e in Siria. Siamo pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria. Il presidente Joe Biden ha incaricato l’Usaid di valutare le opzioni di risposta degli Stati Uniti per aiutare le persone più colpite. Continueremo a monitorare da vicino la situazione in coordinamento con il governo della Turchia”.

Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, ha twittato: “Siamo al fianco del popolo turco in questo momento difficile. Siamo pronti a fornire l’assistenza necessaria per superare le conseguenze del disastro”. Anche il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato che Mosca è pronta a garantire tutto il supporto del caso ad Ankara.

“Un terremoto devastante ha scosso la Turchia e la Siria, causando la morte di centinaia di persone e il ferimento di molte altre. I nostri pensieri sono rivolti alle popolazioni della Turchia e della Siria. L’Ue è pronta ad aiutare” ha commentato l’Alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato di aver dato il via libera all’invio di aiuti alla Siria colpita dal terremoto, dopo aver preso atto di una richiesta attraverso i canali diplomatici, dato che i Paesi non hanno relazioni ufficiali. Israele “ha ricevuto da una fonte diplomatica una richiesta di aiuti umanitari alla Siria e io l’ho approvata” ha dichiarato Netanyahu ai legislatori del suo partito, aggiungendo che gli aiuti saranno inviati presto.

Fonti della Farnesina, intanto, hanno fatto sapere che per adesso “non risultano feriti o morti tra i connazionali”. E hanno puntualizzato: “A seguito del violento terremoto che questa notte alle 4,17 ha colpito le regioni della Turchia meridionale e della Siria settentrionale, l’Unità di crisi del ministero degli Esteri ha preso contatto con i connazionali presenti nel Paese e sta agendo in stretto raccordo con le rappresentanze diplomatico-consolari italiane dell’area, per verificare le condizioni delle comunità italiane nelle zone colpite. Al momento, non risultano feriti o morti tra i connazionali. A tutti gli italiani presenti nelle zone colpite a qualsiasi titolo, anche temporaneamente, si richiede di registrarsi sul sito Dove siamo nel mondo e scaricare l’app Unità di crisi per cellulari, attivando la geolocalizzazione”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha aggiunto: “Nella zona, dove c’è stato il sisma più forte, ci sono 21 italiani: li abbiamo raggiunti e ci risulta che stiano tutti quanti bene. Nella zona più ampia ci sono 168 italiani: dagli incroci che abbiamo fatto, ci risulta che siano tutti in salvo”.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Foggia, a margine del comitato per la sicurezza, ha commentato: “Abbiamo già pronte le risorse e squadre dedicate per la ricerca in contesti urbani drammatici come quelli che si sono verificati. Esprimo solidarietà e vicinanza al Governo e al popolo turco. Noi italiani sappiamo bene cosa vuol dire vivere drammi di questo tipo, quindi ci predisponiamo per il meglio per essere partecipi di ogni aiuto. Abbiamo già un modulo pronto dei Vigili del fuoco, più altre risorse di natura tecnologica. Siamo pronti a partire, non appena ci sarà il consenso del Paese aiutato. È questione di ore”.

Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha twittato: “Solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite dal terribile terremoto in Turchia. Preghiamo per le vittime e le loro famiglie. Il ministero della Difesa e le Forze Armate sono pronti a fare quanto necessario per aiutare e sostenere chi è in difficoltà”.

Papa Francesco si è detto “profondamente addolorato per l’ingente perdita di vite” provocata dal terremoto nella zona del sud-est della Turchia. E ha assicurato a tutti i colpiti “la sua vicinanza spirituale”. Sentimenti analoghi il Santo Padre li ha manifestati anche per le vittime del terremoto nella zona del nord-ovest della Siria.

Un primo team Usar (Urban search and rescue) dei Vigili del fuoco è pronto a partire dall’aeroporto di Pisa per le zone della Turchia colpite dal terremoto. Nel caso di accoglimento della richiesta da parte delle autorità turche e sotto il coordinamento del dipartimento della Protezione civile, hanno fatto sapere dal dipartimento dei Vigili del fuoco, sono pronti a raggiungere le aree del sisma un team di 40 operatori specializzati nelle operazioni di soccorso tra le macerie e tecnici esperti nella valutazione e analisi dei danni. Il Dipartimento ha anche messo a disposizione un team di 12 esperti Tast (Technical assistance and support team) del Corpo, in modo tale da fornire aiuto nel coordinamento e nella gestione operativa di emergenze complesse in Paesi esteri, dal punto di vista logistico e tecnico.

Aggiornato il 07 febbraio 2023 alle ore 10:00