Raisi vola a Pechino in cerca di alleati

Ebrahim Raisi, il presidente iraniano, ha dato il via alla sua missione diplomatica a Pechino, dalla durata di tre giorni. È la prima visita nel gigante asiatico da quando il leader ha preso il ruolo di capo di Stato della Repubblica islamica, nell’agosto 2021. Il politico – seguito da una folta delegazione – incontrerà il segretario generale di Partito cinese, Xi Jinping, con l’obbiettivo finale di rafforzare l’asse Teheran-Pechino, soprattutto per rendere più lieve l’impatto delle sanzioni occidentali.

Dalla visita si attende, probabilmente, la firma di accordi di cooperazione: la Cina è già il primo partner commerciale dell’Iran, assorbendo gran parte dell’export di greggio del Paese mediorientale – basti pensare che a dicembre scorso Pechino ha importato più di 1,2 milioni di barili al giorno, il 130 per cento in più dei volumi dell’anno precedente, nonostante il peso delle sanzioni – un dato che fa della Repubblica islamica il terzo fornitore della Cina, dietro Russia e Arabia Saudita. Gli investimenti cinesi nell’economia iraniana, invece, si sono fermati a 162 milioni di dollari, inferiori a quelli riservati ad Afghanistan e Turchia.

Nel corso della tre giorni diplomatica sono previsti colloqui anche su questioni di materia internazionale, tra cui la stabilità in Afghanistan e la sicurezza regionale. Ad accompagnare Raisi a Pechino, è il capo negoziatore di Teheran per la questione nucleare iraniana, Ali Bagheri Kani, un forte segnale che i colloqui per il ripristino dell’accordo sul nucleare del Paese (Jcpoa) potrebbero avere un posto di priorità nell’agenda degli incontri.

Pechino aveva precisato, in seguito alla visita di due mesi fa in Arabia Saudita, di essere in lizza per coprire un “ruolo costruttivo” per migliorare le relazioni tra l’Iran e gli altri Paesi del Golfo. Per gli analisti cinesi, come citato dal tabloid Global Times, l’obiettivo principale del leader islamico sarà quello di rafforzare il legame con Xi Jinping, con un occhio di riguardo verso l’accordo di cooperazione “politica, strategica ed economica” della durata di 25 anni, siglato nel 2021. Il patto, dal valore di 400 miliardi di dollari, prevede forniture di greggio e gas iraniani alla Cina in cambio di investimenti nelle infrastrutture.

La collaborazione dei due Paesi si è ulteriormente consolidata lo scorso dicembre, quando sono stati firmati 16 memorandum d’intesa – durante la visita a Teheran del vice primo ministro uscente, Hu Chunhua – riguardo ad argomenti come l’energia, il gas, il petrolio, gli investimenti congiunti, le interazioni finanziarie e le infrastrutture (tra cui i porti). Il vice primo ministro degli Esteri cinese, Deng Li, ha rimarcato il sostegno di Pechino alla Repubblica mediorientale con la partecipazione alle commemorazioni per i 44 anni dalla rivoluzione islamica iraniana, che hanno avuto luogo all’ambasciata di Teheran nella capitale cinese, durante le quali ha incontrato il diplomatico Mohammad Keshavarzzadeh, disquisendo sulle relazioni bilaterali e sulle “questioni di interesse reciproco”.

Aggiornato il 14 febbraio 2023 alle ore 13:51