Nablus, dieci palestinesi uccisi in un blitz israeliano

In Cisgiordania si vivono ore di massima tensione. A Nablus sono stati uccisi ieri dieci palestinesi – tra cui un uomo di 72 anni e un giovane di 16 – in uno scontro armato tra miliziani ed esercito israeliano, impegnato in un’operazione militare per catturare dei ricercati. Il ministero della Sanità locale, citato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, stima in un centinaio il numero dei feriti e tra questi, riportano alcuni media, anche giornalisti. Dei feriti, sei sarebbero in condizioni gravi. Israele teme ora una ritorsione soprattutto da Hamas e dalla Jihad islamica a Gaza, con un possibile lancio di missili dalla Striscia. Per questo l’esercito ha già allertato il suo sistema di difesa antimissili Iron Dome e la polizia ha rinforzato il suo schieramento a Gerusalemme, specialmente nella parte est della città. Da Ramallah la leadership dell’Autorità nazionale palestinese ha condannato Israele e chiesto l’intervento di protezione della comunità internazionale. Lo scontro – durato oltre 4 ore – è cominciato quando l’esercito, preceduto da operazioni sotto copertura di unità antiterrorismo, ha circondato la casa in cui si nascondevano tre ricercati per passati attacchi armati e che, secondo il portavoce militare e lo Shin Bet (Sicurezza interna di Israele), ne stavano preparando altri. Due di loro – Hussam Assalim (ritenuto coinvolto nell’uccisione di un soldato) e Walid Dachil – erano militanti della fazione armata locale “Fossa dei leoni”.

Mentre il terzo, Muhammad Ala’ Fatah, apparteneva alle Brigate al-Quds, ala militare della Jihad islamica. Sempre secondo l’esercito, ai tre è stato intimato di arrendersi ma hanno rifiutato “aprendo il fuoco” contro i soldati. Mentre erano ancora in corso i tentativi di catturarli – è la ricostruzione dell’esercito – uno dei ricercati ha tentato la fuga “ed è stato neutralizzato”. Gli altri due hanno ingaggiato un intenso scontro a fuoco con i reparti militari “e sono stati neutralizzati anch’essi”. Durante le operazioni, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, sono stati lanciati verso la casa anche missili anti-tank. In alcuni messaggi diffusi sui social – riportati dal giornale – i tre hanno chiesto aiuto alla popolazione annunciando poi che sarebbero morti da “shahid” (martiri). I soldati, ha spiegato il portavoce militare, sono stati bersaglio di spari, accompagnati dal lancio di sassi, ordigni esplosivi e bottiglie incendiarie.

Nell’appartamento sarebbero stati trovati “due armi e munizioni”. Il portavoce ha anche aggiunto che l’esercito sta indagando sulle circostanze della morte dell’uomo di 72 anni.

La “Fossa dei leoni” ha rivendicato che sei degli uccisi erano suoi miliziani. Hamas da parte sua ha ammonito che “la resistenza a Gaza segue i crimini perpetrati dal nemico contro il popolo in Cisgiordania” e ha avvertito: “La nostra pazienza ha un limite”. “Il puro sangue dei caduti non sarà versato invano”, ha ribadito anche l’ala militare della Jihad islamica. Le scuole oggi nella Striscia resteranno chiuse in segno di solidarietà. Furibonda la reazione da Ramallah, dove l’agenzia Wafa ha parlato di “strage” e il premier Mohammad Shtayyeh ha definito “terrorismo organizzato la continua aggressione israeliana contro il nostro popolo nella città di Nablus”. Un terrorismo, ha proseguito, “attraverso cui Israele cerca di esportare la sua crisi interna nell’arena palestinese”. Shtayyeh ha poi chiesto all’Onu di “fermare la politica dei doppi standard che incoraggia Israele a continuare l’aggressione contro i palestinesi”. Il portavoce di Abu Mazen, Nabil Abu Rudeinah, ha accusato “il governo israeliano di essere responsabile di questa pericolosa escalation”. E il segretario dell’Olp e ministro degli Affari civili palestinesi Hussein al-Sheikh ha bollato i fatti di Nablus come “un altro massacro condotto dall’occupazione”.

Aggiornato il 23 febbraio 2023 alle ore 11:36