L’Alaska e il dibattito politico sulla protezione delle foche artiche

Sono variegate e interessanti le notizie che provengono dall’Alaska, che da numerosi anni prevede la protezione del mare e della fauna ittica quale elemento fondante della propria regolamentazione nazionale. Tuttavia, nel Paese la protezione dell’ambiente e dell’ecosistema artico è spesso oggetto di controversie da parte dei grandi operatori economici e dei gruppi industriali. Alcune grandi compagnie industriali hanno intentato una causa contro il National Marine Fisheries Service, sostenendo che l’agenzia governativa ha disegnato alcune aree di protezione per le foche artiche eccessivamente grandi. Inoltre, le compagnie petroliferi nazionali ritengono che l’estensione e l’ulteriore allargamento delle aree di protezione imporrebbe importanti limiti normativi alla costruzione di gasdotti e agli impianti industriali, ostacolando lo sviluppo economico presso la regione di North Slope. A tal riguardo, il distretto di North Slope ha avviato una causa federale per chiedere di assottigliare l’area protetta per la foca artica, chiedendo l’intervento del tribunale distrettuale degli Stati Uniti d’America.

Negli Usa, l’Endangered Species Act obbliga il Governo federale a identificare e monitorare gli “habitat critici” che devono essere valorizzati al fine di proteggere le specie in via di estinzione o pericolosamente minacciate dalle attività umane. Alcuni esponenti politici dell’Alaska hanno sostenuto che l’ampliamento dell’area protetta per le foche artiche – un’ampia fascia costiera grande quanto il Texas – genererà ulteriori problematiche economiche per i cittadini, con l’aumento della disoccupazione regionale. Gli ambientalisti rigettano tali accuse, rimarcando l’importanza di tutelare la fragile fauna artica e chiedendo di concepire nuovi modelli di sviluppo sostenibile, senza dimenticare o sottovalutare le molte fragilità ambientali della regione artica.

“Dopo che il Governo federale ha confermato i confini dell’area protetta, lo Stato ha inviato una lettera di reclamo al segretario al commercio Gina Raimondo e ad altri funzionari. In quella lettera, lo Stato ha definito i confini grossolanamente eccessivi e ha affermato che sono in conflitto con una legge federale che richiede che siano limitati ad aree specifiche. Tale lettera ribadisce che mentre lo Stato ha il dovere di proteggere i pesci e la fauna selvatica è anche responsabile del benessere dei suoi cittadini, compresa la tutela dell’occupazione e dell’economia”, ha riportato il noto giornalista James Brooks, reporter di lunga data in Alaska e collaboratore dei quotidiani Anchorage Daily News, Juneau Empire, Kodiak Mirror, Alaska Beacon e Fairbanks Daily News-Miner.

Attualmente, il dibattito sulle aree protette in Alaska è estremamente vivace e numerosi sono i protagonisti in gioco. Alcune autorità politiche hanno compreso che il turismo sostenibile e l’osservazione della foca artica potrebbe divenire un business per attirare visitatori e appassionati da tutto il mondo. L’anno scorso, dalle Isole Pribilof, a nord delle Aleutine, nel Mare di Bering, giunse la notizia delle innovative proposte del sindaco di St. George, Patrick Pletnikoff, che propose la creazione del primo santuario marino dell’Alaska, nel mare che circonda l’isola, per proteggere, monitorare e salvaguardare la vita delle foche artiche.

“Un sogno che potrebbe avverarsi e che rappresenterebbe un nuovo inizio. St. Paul e le Pribilof spesso vengono definite come le Galapagos del Nord, per il loro ruolo di rifugio della fauna selvatica dell’estremo Pacifico settentrionale e noi siamo pronti a raccogliere la sfida”, ha recentemente dichiarato il sindaco Patrick Pletnikoff.

Secondo la reporter e attivista Yereth Rosen, corrispondente di Reuters per l’Alaska e storica inviata della testata Arctic Today, sono quattro le specie di foche che abitano i mari di Bering, Chukchi e Beaufort, note nell’Artico dell’Alaska. Queste specie sono identificate con il nome di foche barbute (Erignathus barbatus), foche dagli anelli (Phoca hispida), foche maculate (Phoca largha) e foche a nastro (Histriophoca fasciata). Queste varie specie sono a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Queste foche sono animali fondamentali per la vita degli ecosistemi marini artici e forniscono una riserva di cibo vitale per le comunità native dell’Alaska. Lo scioglimento del ghiaccio rappresenta una minaccia molto seria per le foche e per la stessa vita delle popolazioni indigene dell’Artico. Gli scienziati del National Marine Fisheries Service concordano sull’importanza di tutelare le specie presenti nell’Artico. Peraltro, ai sensi dell’Endangered Species Act, le specie o le popolazioni elencate come “in pericolo” o “minacciate” vanno tutelale. Per questo diviene essenziale designare delle aree specifiche, delle zone tutelate in cui vengono imposti dei limiti all’attività umana a scopo di precauzione.

In conclusione, il dibattito attuale è legato alle prospettive economiche dell’Alaska e il suo rapporto con il mare e l’Artico. Innumerevoli cittadini, le organizzazioni per la tutela della biodiversità marina e numerosi politici chiedono di puntare verso una nuova tipologia di economia incentrata sulla tutela del mare e dell’ecosistema, valorizzando le pratiche e la comunicazione sulle opportunità dell’ecoturismo, della ricerca scientifica marina e valorizzando le tradizioni e l’economia domestica della pesca sostenibile.

Aggiornato il 03 marzo 2023 alle ore 10:42