Pechino: “La Cina non ha fornito armi”. E mette in guardia su Taiwan

Pechino non ci sta. Dopo gli svariati rumor giunti dagli Stati Uniti sui presunti aiuti militari del Paese alla Russia, Qin Gang, il ministro degli Esteri, ha dichiarato che la Cina “non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l’artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile”. Il neo-ministro, durante il suo primo briefing con i media, ha fatto richiamo a “una mano invisibile” che sembra sostenere il proseguimento della crisi tra Kiev e Mosca.

“È una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni e la de-escalation sull’escalation”, ha notato Qin sul conflitto tra Russia e Ucraina.

L’opinione pubblica è rimasta interdetta a seguito dell’elogio, da parte del ministro, circa le relazioni tra il Cremlino e il Partito comunista cinese, descritte come un “faro di forza e stabilità”. Poi, gli Usa e i loro alleati sono stati indicati come fonte di tensione e conflitti. I legami tra Pechino e Mosca “costituiscono un esempio per le relazioni estere globali”.

“Con Cina e Russia che lavorano insieme, il mondo avrà una forza trainante”, ha affermato Qin Gang. “Più il mondo diventa instabile – ha continuato – più diventa imperativo per Cina e Russia portare avanti costantemente le loro relazioni”.

Al raduno cosiddetto delle due sessioni – ovvero della Conferenza consultiva del popolo cinese (Cpcpc) e dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp), considerato il momento più alto della politica nazionale – Qin Gang ha delineato l’agenda politica estera di Pechino per i prossimi anni, lanciando anche a Washington un avvertimento ben preciso.

“Se non frenano ma continuano ad accelerare lungo la strada sbagliata, nessun guardrail può impedire il deragliamento e ci saranno sicuramente conflitti e scontri” ha avvertito, usando parole forti. Il politico, infine, ha imputato agli Usa di avere una “percezione distorta della Cina” e di “usare la competizione tra le due grandi economie per bloccare i due Paesi in un gioco a somma zero”.

A PROPOSITO DI TAIWAN

La questione dell’Isola cinese “è il fulcro degli interessi centrali di Pechino, il fondamento politico nelle relazioni Cina-Usa e la prima linea rossa che non deve essere superata” ha indicato Qin Gang. Tra l’altro, il ministro ha avvertito che “continueremo a lavorare per la riunificazione pacifica, ma ci riserviamo il diritto di prendere tutte le misure necessarie. Nessuno dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità sia del Governo che del popolo cinese di salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”.

Aggiornato il 07 marzo 2023 alle ore 15:51