Washington e Seul inaugurano esercitazioni militari, missili di protesta da Pyongyang

La tensione nella Penisola coreana non dà cenni di allentamento. Seul e Washington hanno inaugurato oggi l’esercitazione militare congiunta più grande degli ultimi cinque anni. Pyongyang ha definito queste manovre di guerra come una “prova d’invasione”, annunciando “misure di deterrenza più efficaci e potenti”. Kim Jong-un ha ordinato il lancio-test di due missili da un sottomarino, come forma di protesta. Il sommergibile 8.24 Yongung ha “lanciato due missili strategici dalle acque al largo della baia di Kyongpho, nel Mare orientale di Corea”, ha scritto la Korean Central news agency (Kcna).

“L’esercitazione ha espresso chiaramente l’invariabile posizione dell’esercito del popolo coreano su un persistente controllo della situazione attuale – continua la dichiarazione – in cui gli imperialisti Usa e le forze-fantoccio sudcoreane stanno, in maniera sempre più scoperta, tenendo le loro manovre militari contro la Repubblica democratica popolare di Corea”.

Anche il ministero degli Esteri di Pyongyang ha ribadito, attraverso un comunicato, la rabbia nordcoreana. “La Repubblica democratica popolare di Corea dichiara ancora una volta ancora che prenderà le più dure misure di reazione contro le trame maligne degli Usa e dei loro seguaci per difendere la sovranità nazionale e i suoi diritti e interessi” si legge nella nota. Le manovre militari congiunte tra Seoul e Washington dureranno dieci giorni, per finire il 23 marzo prossimo. In particolare, l’operazione d’esercitazione Freedom shield (Fs) registrerà l’edizione più lunga di sempre.

Si tratta di una simulazione al computer delle attività di comando riguardo a scenari in cui la Corea del Nord attaccasse il sud della Penisola. In concomitanza con questa manovra virtuale, viene messa in atto l’operazione su larga scala – stavolta sul campo – denominata Warrior shield, che recupera lo schema della precedente Foal Eagle. Quest’ultima era un insieme di operazioni a terra dei Paesi alleati che furono sospese nel 2019 quando, durante la presidenza di Donald Trump, si tenevano quasi quotidianamente colloqui sul disarmo e sul miglioramento del clima tra le due Coree. Inutile dire che i negoziati siano attualmente a un punto morto.

Aggiornato il 13 marzo 2023 alle ore 15:22