Siria: 13 anni di conflitto

giovedì 16 marzo 2023


Allarme di Save the Children per la Siria: tredici anni dopo lo scoppio del conflitto oggi è il Paese con una delle più grandi crisi di sfollati a livello globale.

Sono più di quindici milioni le persone che dipendevano in tutta la Siria dagli aiuti umanitari e prima del terremoto si contavano quasi due milioni di sfollati nelle sole aree controllate dallopposizione nella Siria nord-occidentale, la maggior parte dei quali erano donne e bambini. Dopo i terremoti che hanno devastato il Paese sono almeno 86mila le persone che si trovano senza fissa dimora, e più della metà sono bambini.

“Per milioni di siriani, questa settimana segna linizio del tredicesimo anno di vita segnato dal conflitto e dagli sfollamenti, da un destino che non hanno mai scelto da soli. Ora i terremoti hanno terrorizzato i bambini che hanno paura del terreno su cui camminano e dei fragili muri che un tempo chiamavano casa. Quanto ancora possono sopportare i bambini siriani?” ha dichiarato Kathryn Achilles, direttrice Advocacy, Media e comunicazione per la risposta di Save the Children in Siria.

L’Organizzazione che lotta per migliorare la vita dei bambini ha lanciato la campagna “Bambini sotto attacco” per sensibilizzare i governi e le organizzazioni internazionali affinché diano priorità alla protezione dei minori e al loro benessere, il che significa garantire assistenza sanitaria, accesso all’istruzione e sostegno psicologico.

La campagna prevede una serie di iniziative tra le quali la diffusione della petizione “I bambini in guerra sono sotto attacco. Puniamo i crimini commessi contro di loro”, con la quale Save the Children chiede al Governo italiano di ascoltare seriamente i bambini vittime di gravi reati nei processi legali, di ampliare la giurisdizione universale per consentire di perseguire i responsabili di gravi violazioni dei loro diritti in qualsiasi parte del mondo, di documentare i crimini contro i minori e stanziare risorse per rafforzare i meccanismi esistenti.

Fadel ha dieci anni e ha vissuto in tenda per la maggior parte della sua vita. Aiuta la sua famiglia di nove persone raccogliendo legna per riscaldarsi e poter cucinare, dopo la scuola sei giorni alla settimana. “Siamo arrivati alle tende otto anni fa – ha raccontato Fadel – Ho un fratello di tre anni disabile. Ricordo di almeno tre volte in cui non avevamo cibo e io dormivo per la fame. Raccolgo legna da ardere tutti i giorni, tranne il venerdì. La strada è difficile perché è scivolosa e ci sono delle buche”, ha raccontato Fadel.

È dal 2012 che Save the Children fornisce assistenza alle bambine e ai bambini in Siria con interventi di emergenza e salvavita. Nellambito della risposta al terremoto, sta fornendo aiuti attraverso partner, intervenendo nei governatorati di Idlib, Aleppo e Raqqa e fornendo razioni alimentari di emergenza, coperte, tende e indumenti pesanti. Inoltre cerca di assicurare ai bambini e alle loro famiglie di mantenersi puliti, sani e protetti da malattie fornendo acqua potabile sicura e articoli igienico-sanitari essenziali.

Impresa veramente ardua visto che interi quartieri del nord del Paese sono inagibili e i rifugi collettivi sono più sovraffollati che mai. Migliaia di famiglie vivono in edifici non finiti, insediamenti informali e tende improvvisate. Riscaldarsi è diventato ancora più difficile a causa della carenza di carburante ed elettricità e le famiglie sfollate in Siria ricorrono sempre più a misure disperate per sopravvivere.


di Redazione