Francia, pensioni e sfiducia

Situazione calda in Francia. Diverse stazioni di servizio del sud-est sono al momento colpite dalla mancanza di carburante. Una situazione, questa, che si inserisce nel quadro degli scioperi delle raffinerie contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron. In base ai risultati consultati dalla France Presse, lo stato delle cose nel resto del Paese sembra complessivamente stabile.

In mattinata, quasi l’8 per cento delle stazioni di servizio del Paese risultano a corto di benzina o gasolio. Non solo: alcuni dipartimenti toccano con mano uno status quo più preoccupante provocato, secondo alcuni, a un effettopanico” relativo all’appello di diversi leader sindacali a fare il pieno di benzina. Nel dipartimento di Bouches-du-Rhone, la carenza è relativa al 50 per cento delle stazioni di servizio. A Gard, invece, la penuria è del 40,9 per cento. Seguono Vaucluse (33,33 per cento), Var (23,24 per cento) e Alpes-de-Haute-Provence (22,22 per cento).

LA SFIDUCIA

Nel Paese transalpino, però, è stato anche il giorno della verità. L’Assemblée Nationale doveva esprimersi sulle due mozioni di “censura” al Governo presentate dal Rassemblement National di Marine Le Pen e dai centristi indipendenti del Liot, il cui capolista – Charles de Courson – ha fatto il pieno di applausi dopo il suo intervento. Courson, uno dei più accaniti contestatori della riforma delle pensioni di Emmanuel Macron, ha notato: “Contrariamente a quanto affermato dal Presidente della Repubblica, i francesi non lo hanno eletto per aumentare a 64 o 65 anni l’età legale per andare in pensione. Molti di noi hanno votato per lui per default”. La mozione di sfiducia “transpartisan” non ha raccolto i 287 voti necessari per far cadere il Governo francese. Sono mancati nove voti per la sfiducia, che è stata votata da 278 parlamentari.

Il capogruppo dei Républicains all’Assemblea nazionale, Olivier Marleix, ha fatto sapere che il suo partito “non voterà per le mozioni di censura” (sfiducia) all’esame dell’Aula contro il Governo di Elisabeth Borne. Mentre in mattinata altri due deputati repubblicani, Aurélien Pradé e Maxime Minot, annunciano che voteranno la sfiducia. riforma delle pensioni.

“Canti, urla, invettive, colpi sui banchi: ecco lo spettacolo al quale si sono abbandonati giovedì scorso certi deputati. Non è stato un fatto isolato, ma il parossismo di intere settimane in cui abbiamo visto l’antiparlamentarismo in tutte le sue manifestazioni": con queste parole, mentre gran parte dei deputati delle opposizioni abbandonano i banchi e lasciano l’Aula in segno di protesta, la premier Elisabeth Borne ha cominciato il suo intervento alla fine della seduta per la presentazione di due mozioni di censura al Governo. “Intervento dopo intervento ho constatato che non ci sono davvero limiti alla doppiezza. Sono gli stessi che hanno fatto di tutto per limitare il dibattito che ora vengono a rimproverarci di aver limitato il dibattito. Questi comportamenti sono gravi”.

 

Aggiornato il 20 marzo 2023 alle ore 19:02