Lo studio della Darpa ci renderà super-intelligenti

L’ultima speranza di non farci rottamare dai robot arriva dall’America. La Darpa (agenzia per i progetti avanzati della Difesa Usa), ha infatti dichiarato di essere impegnata in uno studio che, seppur applicato per ora solo in ambito militare, potrebbe potenziare notevolmente l’intelligenza dell’uomo, garantendogli una capacità di apprendimento molto più rapida rispetto a quella attuale.

Il programma, chiamato Tnt (Targeted Neuroplasticity Training), è stato intrapreso già dal marzo dello scorso anno in collaborazione con sette diversi studi di ricerca universitari degli Stati Uniti e si pone come obiettivo quello di studiare vari metodi di neuro-stimolazione, in grado di attivare in maniera sicura la capacità del cervello di modificare i punti di connessione tra i neuroni, requisito fondamentale per l’apprendimento.

“Il programma punta a scoprire i segreti dei processi che regolano le funzioni cognitive con cui impariamo - ha spiegato Doug Weber, responsabile del progetto - Nonostante si stia iniziando a capire in che modo i nervi cranici siano collegati, sappiamo molto poco sugli effetti che la neurostimolazione può avere sulle loro funzioni”.

Una delle capacità su cui si stanno concentrando gli sforzi dei team, in particolare quello della John Hopkins University di Baltimora, è l’apprendimento di una nuova lingua nel giro di un paio di settimane al massimo. Tramite la stimolazione del nervo vago, sarebbe dunque possibile non sottoporsi a ore di lezioni e pratica, ma semplicemente acquisire la conoscenza mettendo la mente in uno stato ricettivo e neuro-plastico. All’Università della Florida invece, la stessa stimolazione elettrica, viene presa in esame affinché possa incidere sulla capacità di prendere decisioni critiche in tempi rapidi e sull’abilità di crearsi una mappa mentale dell’area in cui ci si sta muovendo.

Diverso invece l’approfondimento del gruppo dell’Università dell’Arizona, concentratosi soprattutto sul nervo trigemino che potrebbe, se adeguatamente stimolato, incrementare l’abilità dei militari nei lavori di intelligence e sorveglianza. Secondo quanto previsto dalla Darpa, il primo prototipo di elettrostimolatore potrebbe essere pronto fra cinque anni e, assicurano dall’agenzia americana, qualora dovessero essere fatte scoperte interessanti anche per ambiti diversi da quello militare, tutte le novità saranno messe al servizio della collettività.

Aggiornato il 29 maggio 2017 alle ore 22:46