I raggi cosmici svelano i segreti della piramide di Cheope

Il “cuore” della piramide di Cheope custodisce un nuovo intrigante mistero: si tratta di una cavità lunga almeno 30 metri, individuata grazie ad una speciale “radiografia cosmica” fatta sfruttando la pioggia di particelle “figlie” delle stelle che bombardano continuamente la Terra. La scoperta è annunciata sulla rivista Nature dai fisici e dagli archeologi del progetto internazionale ScanPyramids, che da due anni stanno scrutando nelle viscere della più grande e antica delle tre piramidi della piana di Giza, vicino il Cairo, usando tecniche di indagine non invasive. “Questa scoperta dimostra che la fisica delle particelle non serve solo a studiare l’universo e i meccanismi fondamentali della materia, ma può avere molte applicazioni pratiche”, spiega all’Ansa Luca Lista, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) a Napoli. “Nello studio della piramide, in particolare, è stata usata una tecnica chiamata radiografia muonica, che al posto dei raggi X sfrutta particelle subatomiche dette muoni: simili agli elettroni, ma con una massa 200 volte più grande, sono prodotti dall’interazione dei raggi cosmici provenienti dallo spazio con l’atmosfera terrestre. Anche se non li vediamo, i muoni ci bombardano continuamente e possono attraversare persino la roccia per diversi chilometri”.

È proprio ‘leggendo’ il loro cammino attraverso la materia che è possibile svelare la presenza di cavità, “nelle piramidi come nei vulcani, negli edifici e nei container”, sottolinea Lista. “Anche noi dell’Infn, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), l’abbiamo usata nel sottosuolo del centro storico di Napoli, per studiare le cavità circostanti il tunnel borbonico grazie a rivelatori simili a quelli usati per le misure sullo Stromboli e sul Vesuvio”. La stessa tecnica era già stata sperimentata negli anni Sessanta per violare i segreti della piramide di Chepren, ricorda Lista, ma allora non erano state trovate cavità segrete. Tutt’altra storia nella piramide di Cheope. La rilevazione di una prima anomalia aveva portato i ricercatori di ScanPyramids ad annunciare, nell’ottobre 2016, la scoperta di un corridoio localizzato vicino alla parete nord. Ora una seconda anomalia, individuata nel marzo 2016 e studiata per un anno con diversi tipi di radiografia muonica, ha permesso di individuare questa nuova cavità: posta al di sopra della Grande Galleria, di cui ricalca le dimensioni, potrebbe avere una disposizione orizzontale o leggermente inclinata. È ancora da chiarire se si tratti di un corridoio, di un insieme di stanze oppure - come sostengono alcuni egittologi - di un semplice “buco” lasciato durante la costruzione della struttura.

Aggiornato il 03 novembre 2017 alle ore 08:36