Come ti stampo una casa

venerdì 16 marzo 2018


Le stampanti 3D non costituiscono di certo una novità nel panorama delle nuove tecnologie.

Dalla sua invenzione nel 1986, questo tipo di tecnologia è stata applicata al settore alimentare, per uso spaziale e in campo medico, ma mai fino ad ora per uso domestico. Una startup di Austin in Texas, la Icon, ha invece sviluppato un metodo per stampare una casa vera, di cemento, in meno di 24 ore. Impossibile direte voi, e invece no. Il progetto high tech è stato presentato durante il South by Southwest, un importante festival musicale e cinematografico che si tiene ogni anno ad Austin.

Con l’aiuto di una stampante 3D, chiamata Vulcan e creata appositamente da questa società di costruzioni robotiche, è stato possibile realizzare una casa di 60 metri composta da un soggiorno, una camera da letto, un bagno e un portico esterno in puro stile americano. Il tutto seguendo gli standard dell’International Building code. Costo dell’operazione? Diecimila dollari, ma i fondatori hanno già fatto sapere che stanno lavorando a nuove implementazioni che ne abbassino il costo a quattromila dollari già da quest’anno.

Come funziona? Si inizia progettando al computer un modello tridimensionale e completo di tutto ciò che serve. In un secondo tempo, la stampante non fa altro che comporre il modello tramite successive gettate di cemento. In sostanza, vengono realizzati i muri tramite una sovrapposizione di strati di cemento. La realizzazione si conclude con l’installazione delle finestre, del tetto in legno, delle tubature di base ed dei cavi elettrici che possono essere inseriti direttamente nelle pareti. La casa è subito abitabile dal momento della sua realizzazione, anche se le pareti si induriscono e diventano più sicure qualche giorno dopo la costruzione.

Non è la prima stampante 3D capace di costruire case ma, come afferma Jason Ballard, uno dei tre fondatori di Icon: “È molto più economica della tipica casa americana. Ci sono altre aziende che hanno stampato case e strutture, ma sembrano magazzini o rifugi di Yoda”.

La forza di Vulcan è rappresentata inoltre dall’utilizzo di materiali facilmente rintracciabili e dalla sua trasportabilità su camion che gli permette di essere sfruttabile in ogni occasione ed in ogni parte del mondo. Questo progetto è nato in collaborazione con l’organizzazione non-profit New Story, già da tempo attiva nel fornire abitazioni a famiglie che si trovano in povertà a Haiti, Messico e El Salvador. Proprio in quest’ultimo paese, uno dei più poveri al mondo, Vulcan verrà impiegata, entro il 2019, nella costruzione di 100 abitazioni per i cittadini in cerca di una sistemazione.

Secondo un rapporto del 2017 del World Resources Institute sono circa 1,2 miliardi le persone nel mondo che vivono in condizioni inadeguate, spesso senza acqua, cibo o un riparo.

E in situazioni di emergenza come terremoti o maremoti, le soluzioni quali i container o i prefabbricati necessitano di mesi di lavoro e sono spesso scadenti o poco efficienti dal punto di vista energetico. La soluzione proposta da Icon è dunque interessante soprattutto per la rapidità con cui è possibile offrire un riparo dignitoso alle popolazioni colpite da queste calamità naturali.

Ma il progetto non si ferma al mondo terreno, perché la società sta già guardando oltre, pensando alle comunità che un giorno vivranno fuori dal pianeta Terra. Un’ambizione non da poco. Il tempo ci dirà se questo sogno sarà un giorno realizzabile oppure no.


di Cristina De Palma