Combattere la cyberdipendenza

lunedì 18 giugno 2018


“Nomofobia”, anche detta sindrome da disconnessione, è il neologismo scientifico che ormai sta entrando nella nostra vita quotidiana e che descrive la paura di rimanere sconnessi dal contatto di rete di telefonia mobile. Non è un mistero che ormai viviamo sui social 24/7 e la paura più grande è rimanere senza giga e soprattutto senza batteria. Ormai questa immersione full-time nella tecnologia ha creato nuove dipendenze.

Nei Paesi orientali, le persone con questo disturbo vengono chiamate degli “smombi”, ovvero “smartphone Zombie”. Li potete vedere quotidianamente: sono quei pedoni che avanzano per strada con gli occhi fissi sul display dei loro device, incuranti dei rischi a cui vanno incontro. Camminano per strada con la testa china, lentamente e senza prestare attenzione a nient’altro che non sia il loro prezioso dispositivo mobile rappresentando sia un pericolo per sé stessi sia per le altre persone.

Per questo motivo, in Cina dove la dipendenza è più sentita, nei pressi di un centro commerciale della città di Xian sono apparse delle corsie preferenziali decisamente particolari: sono infatti dedicate a chi cammina senza staccare gli occhi dal proprio smartphone. Sono facilmente identificabile perché di colore verde e presentano delle apposite segnaletiche orizzontali che avvisano gli altri pedoni che la via è riservata ai dipendenti da smartphone. Questa idea era già stata messa in pratica nel 2014 nella città di Chongging, nel centro meridionale del paese. Non si trattava però di un’iniziativa gestita dalle autorità cinesi ma voluta e organizzata dai gestori di un parco tematico all’interno del quale si trova la strada e su cui è stata disegnata la corsia per smartphone.

La stessa iniziativa fu proposta negli Stati Uniti, in una strada di Washington Dc, per un esperimento del National Geographic. I risultati di quell’esperimento furono però diversi e mostrarono un sostanziale disinteresse da parte dei pedoni che continuarono a mantenere lo sguardo sul proprio smartphone, senza neanche accorgersi della corsia.

In Europa non si hanno notizie circa progetti simili e attualmente l’unico modo per combattere

la dipendenza tecnologica risulta provenire proprio dai cellulari. Esistono infatti tantissime app che permettono, tramite un timer, di regolare la durata di permanenza sul proprio telefonino. Si tratta di astuzie indispensabili ormai, che riscuotono sempre più successo e che possono aiutare chi vive sempre connesso. Basti pensare che secondo alcune statistiche gli adolescenti italiani controllano lo smartphone 75 volte al giorno e moltissime persone dichiarano di sentirsi a disagio se non hanno accesso alle notifiche. Questa cyberdipendenza inoltre sta creando notevoli disagi fisici e psichici come l’insonnia, la stanchezza e nei casi più gravi ansia, esaurimento nervoso o difficoltà di interazione. Non si sa se basteranno le app o le corsie preferenziale per diminuire queste dipendenze, ma la strada sembra essere quella giusta.


di Cristina De Palma