Uninettuno: le norme per regolare blockchain e I.A.

Regolamentare il mondo globalizzato e interconnesso in cui viviamo, per limitare i danni di un cattivo uso della tecnologia e tutelare i cittadini: è questo lo spunto di riflessione, lanciato in apertura dal rettore dell’Università telematica internazionale Uninettuno, Maria Amata Garito, durante il Digital talk dedicato al “Diritto della Blockchain e dell’intelligenza artificiale”, che si è svolto nell’aula multimediale dell’ateneo. Ospiti dell’evento, Fulvio Sarzana di San Ippolito, docente di Diritto dell’amministrazione digitale e Massimiliano Nicotra, membro del Centro ricerche economiche e giuridiche dell’Università Tor Vergata di Roma, che hanno presentato i risultati del lavoro di ricerca raccolti nel libro, scritto a quattro mani, che ha dato il titolo al Digital talk. Il volume si confronta con quella che è stata chiamata “Internet 3.0”, approfondendone i singoli aspetti normativi e contrattuali con un linguaggio chiaro e riportando il confronto con le strategie, in materia di blockchain e intelligenza artificiale, adottate in vari paesi del mondo.

“Una mente non umana è oggetto di diritto?”. È con questo interrogativo che Sarzana ha sottolineato l’esigenza di modificare approccio normativo. “La regolamentazione – ha sottolineato – va cambiata. Dal 2045 l’Intelligenza artificiale supererà quella umana, occorre dunque cominciare a pensare a parametri diversi che tengano conto della responsabilità della persona elettronica”. “Dalla fine del 2017 – ha detto Sarzana – in moltissimi Paesi del mondo si sta assistendo a una corsa alla regolamentazione dell’Intelligenza artificiale. Lo testimoniano anche i numerosi annunci relativi alla costituzione di gruppi di lavoro e alla presentazione di proposte di legge volte a disciplinare la materia. A questo proposito, anche in Italia si sta lavorando a un piano di governo che dovrebbe indicare la strada da seguire nei prossimi mesi. Si è ancora, però, lontani da una normativa che tuteli diritti e libertà dei cittadini: la cosiddetta “tirannia dell’algoritmo” è ancora una minaccia a livello globale. Trovare un minimo comune denominatore tra le leggi dei vari Paesi è molto difficile, inoltre c’è il rischio che troppe norme blocchino l’innovazione”.

Da qui, l’esigenza di creare un gruppo di lavoro che, secondo il rettore Garito, proponga idee e spunti di riflessione in grado di avvicinare il mondo della politica a questi temi. Occorre regolamentare il mondo globalizzato e interconnesso in cui viviamo. Non per bloccarlo, ma per fondarlo su nuovi valori che tengano conto dei diritti dei cittadini e del valore della democrazia.

 

 

 

 

Aggiornato il 30 ottobre 2018 alle ore 18:27