L’hotel dei robot fa flop

Vi abbiamo spesso parlato dei robot che “rubavano” i posti di lavoro agli esseri umani. Questa volta è successo il contrario. L’hotel Henn-na di Tokyo era diventato famoso nel 2015 perché era stato uno dei primi al mondo ad aver messo in funzione più di 200 robot, che sostituivano altrettanti essere umani nelle diverse mansioni alberghiere.

A distanza di 4 anni, però, si è capito che la potenzialità di questa robotizzazione era limitata. Sono moltissimi i clienti che si sono lamentati per le mancanze del personale robotico. E così l’hotel non ha potuto fare altro che licenziare metà degli automi. La prima a cadere sotto la scure dei tagli è stato Churi, una bambola con funzioni di assistente vocale presente in ogni camera, che non riusciva a rispondere alle domande più semplici, e che si accendeva nel mezzo della notte attivata dal semplice russare degli ospiti. La stessa sorte è toccata poi ai facchini, che in caso di maltempo, si spegnevano improvvisamente. 

Per non parlare dei velociraptor, ovvero i receptionist, che non sapevano dare le giuste informazioni circa i luoghi da visitare in città o gli orari degli aerei. Insomma, un vero disastro che ha costretto il responsabile dell’albergo a tagliare corto, tornando ad assumere del personale umano.

Per ora, l’inversione di tendenza è confinata a Tokyo, ma non è detto che altre aziende non possano prendere esempio e ingaggiare nuovamente impiegati in carne ed ossa per migliorare il rapporto con i clienti.

Aggiornato il 05 febbraio 2019 alle ore 11:42