Le applicazioni e il futuro della ristorazione

Insieme al settore del turismo, quello della ristorazione è stato il comparto economico che più di tutti ha subito il crollo causato dalla pandemia da coronavirus. Una risposta alla ripresa della ristorazione del prossimo futuro proviene dalla tecnologia e delle applicazioni. La Food Technology sta cambiando il modo in cui i ristoranti vengono pensati e sono distribuiti nel territorio. Molto è legato al boom delle ordinazioni online e delle consegne a domicilio che stiamo vivendo nelle ultime settimane. Innumerevoli sono i clienti che preferiscono ordinare il proprio pasto comodamente da casa, attraverso una piattaforma su internet, garantendosi così un accesso illimitato a tutti i ristoranti della zona. Le piattaforme on-line hanno cambiato anche il modo di scegliere il ristorante, dove si vuole mangiare, sempre più legato alle valutazioni che altri utenti fanno di quel posto. Fondamentale per il trustdelivery è l’utilizzo della blockchain, la tecnologia basata su un registro pubblico e distribuito, strutturato come una catena di blocchi dove le transazioni, una volta memorizzate, diventano immutabili. Inoltre, ogni acquisto è connesso alle verifiche nel continuo tramite smart contract del rispetto dei presidi di sicurezza di ciascun attore ed il ristoratore, il rider e lo stesso consumatore diventano co-promotori di un consumo sicuro, a tutela di tutti gli attori della filiera.

Non solo consegna a domicilio, ma anche ghost kitchen e, quando sarà possibile riaprire, riorganizzazione degli spazi e dei tavoli.

Alcune applicazioni consentono di aiutare il mondo della ristorazione a rispettare le nuove normative di sicurezza: ingressi e distanze, igienizzazione e digitalizzazione, menù incluso. Addio al vecchio menù cartaceo, da evitare di questi tempi, per lasciare spazio al primo menù digitale 4.0, che traduce le offerte della cucina in 60 lingue ed è visualizzabile attraverso la semplice scansione via smartphone di un QR Code posizionato sul tavolo dal ristoratore. La soluzione, oltre ad essere necessaria, è anche economica ed ecologica: il menù può essere aggiornato rapidamente e senza spreco di carta e al consumatore possono essere fornite informazioni ulteriori rispetto al format tradizionale. Alcune app consentono di calcolare in automatico i valori nutrizionali di ogni piatto. Anche gli spazi necessitano di essere ripensati. I primi a sfruttare il cosiddetto self order menù sono stati i fast food e i ristoranti senza il servizio al tavolo, che hanno iniziato ad utilizzare questa formula modificando leggermente la loro organizzazione interna e ottimizzando sul numero di camerieri da assumere. È una modalità che si sta diffondendo anche in altre tipologie di ristoranti e attività, dapprima con tablet, in sostituzione del classico menù, poi con vere e proprie app dalle quali i clienti possono ordinare in modo facile, divertente e veloce. Con l’emergenza coronavirus tale modalità diviene necessaria per sopravvivere alle nuove esigenze del mercato, contrastando la dovuta paura dei clienti e combattendo l’assembramento sociale tipico di ogni locale, pub e ristorante. Non solo, incentivare e incuriosire è la parola chiave. Informare il cliente di promozioni e offerte e permettere agli esercizi commerciali di creare con gli utenti interazioni qualificate, significative, che incidano davvero sulla promozione del brand. Alcune applicazioni permettono ai clienti di ordinare mentre sono ancora in fila, senza attendere di essere serviti dal cameriere. Sarà possibile per i clienti impostare preferenze per allergie alimentari, così da personalizzare la propria scelta culinaria, con la possibilità di mettere in risalto le novità rilevanti, come i nuovi menù vegetariani e vegani.

Inoltre, sarà possibile sapere in anticipo quanta gente è già seduta al ristorante, se ci sono posti liberi ed eventualmente quanto bisognerà attendere per avere un tavolo o per prelevare il proprio prodotto da asporto. Il grande spazio online conquistato dai ristoranti sta generando ottimi ritorni economici alle piattaforme che ne gestiscono le funzioni, attraverso gli spazi pubblicitari garantiti all’interno delle app. Tecnologia e ristorazione, innovazione e food, qualità e tracciabilità potrebbero essere le buone armi per tornare ad incrementare i guadagni economici e superare con dinamicità la crisi economica e antropologica causata dall’emergenza coronavirus.

Aggiornato il 06 maggio 2020 alle ore 13:31