Fisica quantistica: l’energia (fotoni) entra nella materia, rendendola viva

martedì 30 giugno 2020


La fisica della materia vivente ha introdotto la teoria del dominio di coerenza dell’acqua che è fondamentale per la comprensione del ruolo dei campi elettromagnetici nelle reazioni biochimiche. La teoria del dominio di coerenza dell’acqua spiega come avvengono gli scambi biochimici nella materia vivente. Il pulsare di attività nell’organismo, che scandisce la nostra esistenza istante per istante, non avviene cioè per incontri casuali tra le nostre molecole ma in base ad una forza attrattiva che si determina tra loro grazie al campo elettromagnetico fornito dall’acqua. Quando le molecole risuonano con la stessa frequenza del dominio dell’acqua, si attraggono anche a grande distanza, altrimenti si ignorano. Ecco perché l’acqua è alla base della vita. E non è un modo di dire.

La biologia enumera le sequenze ordinate di reazioni chimiche alla base di molti atti biologici quali la respirazione, la riproduzione o il governo centrale dell’organismo. Ognuna di tali sequenze comprende un gran numero di stadi in cui una determinata molecola incontra un’altra determinata molecola per dare luogo a prodotti di reazione che devono interagire con altre molecole, e così via. Si verificano cioè sequenze certe di reazioni chimiche non casuali ed ordinate nel tempo e nello spazio. Si tratta di un insieme di reazioni chimiche ordinate. Se la materia vivente perde l’ordine, perde il corretto funzionamento e appare la patologia, subentra la malattia. Vige cioè nel nostro organismo – umano vivente – un codice chimico biologico di cui il più noto è oggi il codice genetico, ma non è certo l’unico. Tecnicamente – scientificamente – funziona nel modo riferito, è empiricamente un dato di fatto. Ma bisogna chiedersi: perché funziona così? L’incontro biologicamente ordinato delle molecole è un dato di fatto, ma perché è così? Le molecole hanno una forza chimica corta, cioè essa ha un raggio di azione limitato, non più di uno o due raggi molecolari, inidoneo quindi a produrre quell’attrazione che si ha tra molecole determinate anche a lunga distanza tra loro. Le stesse, per di più, devono entrare in contatto perché si eserciti quella loro stessa forza chimica. Deve ciò – differentemente – esistere un codice biologico in base al quale le molecole seguono un codice obbligato. Esiste verosimilmente un meccanismo di comunicazione tra le molecole che permette loro di riconoscersi a distanza e di attrarsi in maniera da evitare errori, e farlo anche a grandissima velocità, cioè in assenza di errori e istantaneità.

La dinamica vivente non può essere spiegata in termini di incontri di molecole singole, le nostre molecole si muovono in modo organizzato. Nel 1957 il grande biologo Albert Szent-Györgyi, nato ungherese e cittadino americano – Nobel per la biologia nel 1937 – ha scritto nel suo libro Bioenergetics: “I biologi non sono capaci di distinguere formalmente tra cose animate e inanimate perché essi si concentrano a studiare tutte le sostanze ad eccezione delle due matrici senza cui queste sostanze non possono eseguire nessuna funzione: l’acqua e i campi elettromagnetici”. Ciò che è certo è che l’acqua che abbiamo dentro il nostro organismo non è un mero solvente. Essa costituisce il settanta per cento della massa, ma, in termini molecolari, molari, è il novantanove per cento di tutte le molecole del nostro corpo. Le molecole sono aggregati di particelle cariche, i nuclei sono positivi e gli elettroni negativi. I campi elettromagnetici operano a lunga distanza e possono connettere tra loro particelle cariche. Perché un campo elettromagnetico si produca è necessario che le cariche elettriche oscillino, un campo elettromagnetico non è un campo statico ma dinamico, se le cariche sono ferme, non c’è nessun campo elettromagnetico. I nuclei e gli elettroni devono cioè oscillare.

Ma come si producono questi campi elettromagnetici dentro l’organismo (e come mai non filtrano all’esterno)? Il problema è stato risolto negli ultimi quindici/venti anni nell’ambito della teoria della coerenza elettromagnetica. Grazie alla fisica quantistica, secondo cui, – differentemente dalla fisica classica – esiste una connessione, sempre, di ogni corpo con ogni altro e c’è un agente, che è il vuoto, che lo unisce agli altri. Il vuoto non è – come per la fisica classica – un contenitore inerte ma è un oggetto fisico anch’esso, capace di scambiare energia: un corpo dunque, che può essere isolato dagli altri corpi, non può mai essere isolato dal vuoto. Ogni corpo cioè intrinsecamente fluttua, non è concepibile quantisticamente un corpo fermo: ogni corpo ha una intrinseca fluttuazione come conseguenza della sua interazione con il vuoto, in collegamento con tutti gli altri corpi esistenti nell’universo. Anche i campi elettromagnetici sono fluttuanti. Il fotone, che è il granulo di luce scoperto da Einstein – cosiddetti quanti di energia– fa superare lo stato di minima energia delle molecole (da sole non hanno lo scarto necessario per farlo) non di una ma di almeno ventimila molecole tutte insieme, avendo un fotone una taglia e carica – di milleduecento Amgstrom – in grado di coprire ventimila di queste tutte insieme.

Queste molecole si muovono quindi tutte insieme, l’entità dello spostamento delle molecole è molto grande e diventa via via grandissimo. Quando si supera lo stato di minima energia delle molecole in cui spontaneamente esso stesso si pone, si supera cioè una certa soglia, le molecole smettono di muoversi separatamente l’una dalle altre (il campo elettromagnetico è zero), e si passa ad un altro stadio in cui le molecole oscillano tutte insieme “coerenza” significa appunto che si muovono tutte insieme, non come una folla ma come un balletto, in modo correlato. Non nel caos, ma come un corpo di ballo, per intenderci. Tutte le molecole si muovono all’interno di quella zona – chiamata appunto dominio di coerenza – al ritmo di un campo elettromagnetico diverso da zero, che agisce come la musica che fa danzare.

Il campo elettromagnetico è prodotto quindi dalla oscillazione delle molecole che si muovono come in un balletto. Esso non esce – non fuoriesce fuori dell’organismo – perché è così attaccato alle molecole da non poterlo fare. Tecnicamente il granulo-fotone che forma il campo ha una trasformazione che lo rende un numero negativo avente massa che non è una quantità reale – in matematica si dice numero immaginario – e pertanto il fotone ha perso la capacità di propagarsi: il campo elettromagnetico non si può propagare, è intrinsecamente legato alla materia (gli alchimisti, senza essere matematici, lo hanno capito in passato: la luce – i campi elettromagnetici– incapace di separarsi dalla materia). Il dominio di coerenza spiega il fatto che la materia vivente contiene stabilmente campi elettromagnetici. Il ruolo dell’acqua è quello di fornire questi campi elettromagnetici stabili che possono orientare le altre molecole. Il “codice” che fa scattare le reazioni biochimiche è dunque un codice di frequenza. La medesima frequenza è la forza che determina una forza attrattiva grandissima, e funziona a lunga distanza in maniera ben più efficace di una forza chimica che richiede il contatto.

Il ruolo dell’acqua è quello di produrre campi elettromagnetici che poi servono ad attrarre tra loro le molecole. Non appena le molecole entrano nel campo, se risuonano tra loro si attraggono, quelle che non risuonano con la stessa frequenza vengono ignorate. Si pensi all’esistenza di cento aminoacidi di cui la materia vivente ne utilizza solo venti. Questo perché quegli ottanta non sono in grado di risuonare con il dominio di coerenza dell’acqua, dunque la materia vivente si costruisce solo con quegli specifici venti. È lo stesso che avviene nella trasmissione dei segnali radio. Il codice di riconoscimento delle molecole è la frequenza. Se io mi sintonizzo su radio ad esempio Rtl, tutte le altre stazioni radio non mi disturbano perché trasmettono su una frequenza diversa. Una molecola incontra un’altra determinata e precisa molecola perché è sintonizzata sulla medesima frequenza ed entrambe oscillano sulla stessa frequenza dell’acqua che è il mezzo.

Il dominio di coerenza dell’acqua può avere molte possibili frequenze. Il meccanismo è velocissimo, le molecole si muovono a duecento metri al secondo ed il campo elettromagnetico si muove a trecentomila chilometri al secondo. É il sistema di gran lunga il più veloce possibile. Le molecole non fanno in tempo così a introdurre errori dovuti ad urti casuali gli urti sono eliminati perché costituiscono al confronto un meccanismo estremamente lento, non competitivo con il meccanismo dell’attrazione elettromagnetica. L’importanza dell’avere compreso e decifrati tutto ciò è evidente. Se mettiamo noi stessi, il genere umano in grado di cambiare la frequenza di oscillazione del dominio di coerenza dell’acqua, potremo cambiare le molecole che si attraggono e costruire in tal modo una biochimica che evolve nel tempo, intelligente e non casuale. La frequenza di oscillazione del dominio di coerenza dell’acqua è peraltro modificabile sia attraverso l’assorbimento da parte del dominio di coerenza delle energie prodotte dalle reazioni biochimiche oppure attraverso campi elettromagnetici esterni. Si pensi ai campi elettromagnetici ambientali che possono perturbare il nostro organismo interno, introducendo un’altra frequenza. Applicando un campo elettromagnetico secondo particolari caratteristiche ed accorgimento si possono già oggi ottenere rilevanti cambiamenti nella fisiologia e trattare le patologie. La nostra dinamica biologica di esseri viventi si conferma essere un intreccio di chimica ed elettrodinamica, di fisica quantistica.


di Francesca Romana Fantetti