Come gli stormi degli uccelli, le nostre cellule danzano all’unisono

Tutte le nostre cellule – incluse le staminali – generano vibrazioni e vibrano esse stesse a onde; questa vibrazione/onda diventa un vero e proprio “codice” della cellula, del suo comportamento. La medicina rigenerativa studia queste onde fatte di campi elettrici, elettromagnetici, di luce, in modo da riprogrammare le cellule stesse per la nostra auto guarigione, l’auto riparazione. Le cellule, con la loro radiazione elettromagnetica – cioè luce – comunicano tra loro letteralmente vedendosi e modulano la propria stessa luminosità, facendola “rimbalzare”, gestendola ed attirandosi tra loro formando aggregati.

L’uso della luce – rossa o infrarossa – può modulare la proliferazione di cellule staminali umane del tessuto adiposo, oppure a seconda della lunghezza d’onda della luce o del suo colore si può favorire un tipo di differenziamento ad esempio osseo o cartilagineo o vascolare (questa branca innovativa della scienza si chiama la Fotobiomodulazione). Le cellule cioè, producendo la radiazione elettromagnetica, sentono la luce e si comportano a seconda della sua lunghezza d’onda. Siamo esseri molto permeabili all’infrarosso. La cellula pulsa – come un battito d’ali di una farfalla – ed è dotata di cosiddetti microtubuli che si muovono e danzano di continuo, carichi elettricamente generanti campi radioelettrici. Questi microtubuli creano conducibilità elettrica, ricevono e mandano a loro volta campi elettrici e radioelettrici.

Essi non sono solo campi elettrici ma veri e propri campi informazionali: i microtubuli sono l’essenza della comunicazione. Tutte le cellule – anche neuronali – hanno i microtubuli, ed essi agiscono come una memoria del più sofisticato computer che si possa immaginare e non ancora mai stato inventato). Con le nanotecnologie si è visto che la conduttività elettrica ha una forma che cambia all’immissione di corrente elettrica/campo elettromagnetico. È un fenomeno di risonanza, a determinate frequenze (basse, perché sennò i microtubuli vanno in adattamento e non rispondono più).

Si ricordi che un campo elettromagnetico muove le endorfine quindi cuore e cervello, i recettori nucleari eccetera. Con il campo radioelettrico, si è riusciti a modificare e fermare, rendere reversibile – riattivando i geni della pluripotenza – cellule staminali del grasso che sono tornate a riallungare i telomeri e ad andare indietro nel tempo, cioè allo stato staminale, in grado cioè di differenziarsi. Andando oltre, muoiono, non diventano eterne. Cellule tumorali di ratto sono state portate indietro a cellule in grado di ridifferenziarsi: o ci riescono o, capendo di non riuscire a differenziarsi, si suicidano.

I campi elettromagnetici ottimizzano la danza cioè la polarità delle cellule, che così sono messe in grado di esprimere il loro massimo potenziale. Questa danza – la polarità – è alterata in tutti i tipi di patologia, in tutti i tumori. Le nostre cellule – fatte di elica, ansa, elica così via – sono oscillatori meccanici, elettrici (ci sono aminoacidi di diversa carica), elettromagnetici e “luminosi”: quando sono deformate cambiano lo spettro di assorbimento, quando ricevono luce cambiano la loro struttura e la loro funzione.

Avete presenti gli stormi degli uccelli? Dei branchi di pesci? Sono comportamenti collettivi. Lo stesso avviene dentro di noi, lo stesso fanno le nostre cellule. Gruppi di cellule danzano separatamente la propria danza, scientificamente si parla di domini di coerenza. Via via si verifica un fenomeno che non sappiamo ancora spiegare: ciascun gruppo che danza con oscillazioni proprie si ingloba in un vortice che fa andare in un unico movimento collettivo, fatto da tanti “corpi di ballo” all’interno del quale ciascun “ballerino” mantiene la propria individualità. I gruppi di cellule, i domini di coerenza, entrano in fase, danzano all’unisono. Come in un branco di pesci o in uno stormo di uccelli, lo stesso accade per le nostre cellule. Le nostre cellule fanno la stessa identica cosa: danzano in vortice in un unico movimento collettivo, dentro cui ciascuna cellula mantiene la propria individualità. La scienza, quindi, “ingegnerizza” i microtubuli delle cellule per farne nuovi contatti elettronici. Si è molto vicini, oggi, alla rigenerazione ed auto guarigione scientifica.

Aggiornato il 23 ottobre 2020 alle ore 12:14