La ricerca statunitense per affrontare il fenomeno climatico

Gli importanti progressi nella ricerca paleoclimatica e le ricostruzioni ad alta definizione dei cicli climatici del passato consentono agli storici di oggi di beneficiare di un livello di conoscenza senza precedenti sui cambiamenti climatici del passato. L’analisi dei dati elaborata dai risultati di tali ricerche permette di comprendere meglio l’interazione tra i sistemi umani e naturali e può essere estremamente utile per un’analisi storica più accurata, ed allo stesso tempo fornire contesti storici per la ricerca scientifica che hanno implicazioni per la comprensione climatica del nostro presente.

Tuttavia, sono tante anche le domande sulla metodologia da applicare per fare ricerca. Come utilizzare i dati climatici negli studi storici? Come possono i dati scientifici essere integrati con altre forme di testimonianze storiche? Come dovrebbero essere gestite le collaborazioni tra scienziati e storici? Domande che stanno aprendo nuove frontiere della conoscenza sia per gli storici che per gli scienziati, favorendo esperimenti collaborativi con profonde implicazioni per la nostra futura comprensione del passato.

Un approccio scientifico che vede gli Stati Uniti d’America all’avanguardia nell’interpretazione di nuovi percorsi di ricerca multidisciplinare e innovazione. Si è recentemente svolta l’importante conferenza online “Uses of Climate Data in Historical Research: Recent Trends and Future Prospects”, con una relazione del professore Nicola Di Cosmo che ha tentato di analizzare tali tematiche. Grazie ad una serie di webinar organizzati dall’Italian Scientists & Scholars in North America, Issnaf e in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Washington, il Consolato Generale d’Italia a New York, e l’Istituto Italiano di Cultura di New York si sta provando ad analizzare nel dettaglio quelle che sono le priorità scientifiche della nostra attualità per una rapida e dettagliata comprensione delle tematiche climatiche che stiamo vivendo sulla nostra pelle e nella nostra quotidianità.

Nicola Di Cosmo dal 2003 è professore di Studi sull’Asia Orientale della Fondazione Henry Luce presso l’Institute for Advanced Study, School of Historical Studies di Princeton. Ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Indiana University in studi uralici e altaici e un BA presso l’Università di Venezia. È stato ricercatore presso l’Università di Cambridge, ha insegnato all’Università di Harvard e all’Università di Canterbury (Nuova Zelanda) e ha ricoperto numerosi incarichi in visita o insegnamento in Giappone, Cina, Francia, Italia e Stati Uniti. È anche visiting professor di East Asian Studies presso la Princeton University.

Tra gli esperti è in corso un grande dibattito sull’utilizzo degli strumenti digitali, per l’analisi climatica, e su come influiscono enormemente sia sulla capacità di osservare e studiare in dettaglio la complessità dei fenomeni naturali, sia sulla possibilità di interpretare e dare un senso a questa analisi, altrimenti troppo dispendiosa a causa della mole di dati generati. Nel tempo il lavoro di interpretazione della vasta informazione derivante dalla ricerca scientifica di base si è dunque rivelato troppo problematico da affrontare in assenza di strumenti specifici che lo supportassero.

L’interazione tra storici, scienziati e innovazione può generare nuove prospettive di analisi e ricerca da utilizzare per una migliore strategia nei confronti dei cambiamenti climatici, elaborando nuove idee di mitigazione e adattamento. Gli interessanti lavori on-line hanno visto l’intervento introduttivo di Francesco Genuardi, Console generale d’Italia a New York e la moderazione della giornalista Maria Teresa Cometto.

Aggiornato il 16 novembre 2020 alle ore 11:29