La fisica quantistica spiega la magia

Nella prima metà del ventesimo secolo si è sviluppata la cosiddetta meccanica quantistica. Quella classica non arrivava a descrivere entità come la luce e l’elettrone. È stato Max Plank ad introdurla all’inizio del novecento , a chiamarla così: quantistica, dai “quanti”. La sua intuizione fu che l’energia varia per “quanti”, cioè si compone di “quanti” che variano di quantità (quantità cosiddette “discrete”) e descrisse l’energia - la radiazione elettromagnetica - come un fenomeno ondulatorio e allo stesso tempo un’entità particellare.

A differenza della meccanica classica che aveva descritto la luce solo come un’onda e l’elettrone solo come una particella, Max Plank, il fondatore della meccanica quantistica, descrisse la luce come un’onda/particella che soggiace al principio di indeterminazione di Heisenberg, in pratica non se ne riesce a definirne lo stato perché sempre mutevole.

Il “quanto” di luce - cosiddetto “fotone” - è il pacchetto elementare di luce che costituisce la radiazione elettromagnetica. Nel 1982 il fisico francese Alain Aspect ha rivelato una comunicazione istantanea tra i fotoni a distanze infinitamente grandi, tali da escludere lo spazio ed il tempo (impossibile siano superiori alla velocità della luce in base alla relatività di Einstein), come se cioè il legame tra fotoni nati da una stessa particella fosse determinato dalla esistenza di un insieme, un tutto universale, che noi uomini non percepiamo - è la teoria dell’“olomovimento” di Bohm. La ricerca scientifica è tuttora alla ricerca di una teoria del tutto.

È stato Erwin Schrodinger, nel 1935, ad enunciare il principio di non località e coniare il termine “entanglement” che indica il principio di fisica quantistica secondo cui se due particelle interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e successivamente vengono separate, mantengono tra loro un legame che fa sì che le caratteristiche - grandezze fisiche - dell’una si verificano nell’altra all’istante, con immediatezza, senza tempo o spazio di sorta. La biologa Elisabeth Rieper ha dimostrato l’entanglement nel Dna.

La nostra materia è fatta di campi elettromagnetici dotati di frequenze e che oscillano “in fase”, cioè all’unisono, in maniera coerente - teoria della coerenza elettrodinamica quantistica. I campi elettromagnetici coerenti sono il collante dei sistemi atomici, degli individui. Le nostre vite sono un costante equilibrio tra coerenza ed incoerenza dei campi - parole del fisico italiano Giuliano Preparata. Nei “domini di coerenza” gli atomi si muovono collettivamente, governati da una “fase” o coerenza cui essi stessi danno vita. L’energia è onde vibrazionali elettromagnetiche, il nostro corpo - la materia - è energia condensata - la formula di Einstein E=mc2.

Popp ha dimostrato l’esistenza dei biofotoni - la nostra energia - nel corpo umano attraverso immagini che mostrano i nostri canali di super conduttività , che poi non sono altro - sono letteralmente sovrapponibili, coincidenti - che gli stessi meridiani cinesi.

L’universo non è vuoto - quantum vacuum, o vuoto quantistico - ma è composto di energia oscura al settantatré per cento e da materia oscura per il restante ventitré per cento; solo il quattro per cento è la materia che conosciamo.

Le nostre cellule biologiche comunicano, oltre che chimicamente, elettromagneticamente, usando tutto il range di onde , dalle più basse frequenze (Elf) alle più alte (Ehf). Il fisico italiano Emilio del Giudice ne ha studiato l’intensità - low e superlow - lo scienziato tedesco Konsyantin Meyl ha dimostrato che il nostro Dna genera un’onda longitudinale - scalare - che si propaga in direzione del vettore del campo elettromagnetico (le frequenze del Dna sono in accordo con quelle dei biofotoni), il russo Korotkov ha creato la Gdvcamera per vedere l’aura del corpo umano.

Il francese Luc Montagnier ha dimostrato non solo che il Dna trasmette le proprie informazioni tramite campi elettromagnetici ma che sequenze di Dna possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza nell’acqua, la quale poi mantiene la “memoria” del Dna stesso, da cui la proprietà “informativa” dell’acqua biologica. Scienziati russi hanno dimostrato che una delle frequenze di risonanza dell’acqua è di 64 Ghz. Molto prima di Montagnier, lo scienziato italiano Paolo Manzelli aveva affermato che il Dna è un’antenna. Noi umani abbiamo fin qui percorso una via in cui l’energia è dunque passata dall’essere considerata “etere” o campo eterico energetico - il “grande connettore” e l’“agente unificante” di Rudolf Steiner - a campo energetico elettromagnetico o energia vibrazionale elettromagnetica fino, oggi, a campo energo-informazionale o energia elettromagnetica informativa.

La teoria del premio Nobel Robert Penrose (e di Stuart Hameroff) sulla coscienza pone l’attenzione sui microtuboli, i principali componenti strutturali del citoscheletro neuronale, che organizzano dinamicamente le attività intra neuronali. In pratica i microtuboli sono le autostrade dell’informazione all’interno delle nostre cellule. Secondo Hameroff e Penrose la nostra coscienza umana si basa su interazioni quantistiche tra elettroni dentro i nostri microtuboli.

I microtuboli, secondo Hameroff , effettuerebbero una sorta di computazione quantistica a qubits seguendo la serie di Fibonacci - Hameroff ha dimostrato che si manipola lo stato dei qubits - strutture di tubuline - usando una frequenza di 8 MHz. Lo scienziato Petr Gariaev, noto come il padre della genetica oscillatoria , tratta il genoma come un biocomputer olografico che genera onde acustiche ed elettromagnetiche (suono e luce) per trasportare informazioni in 4D - coding alternativo. Secondo questa teoria l’energia ed i campi elettromagnetici nel nostro corpo - la nostra attività energetica - sono preminenti e prevalenti sulla nostra biochimica. Petr Gariaev è già oggi in grado di preparare, con un reperto materiale di una persona o con una semplice sua fotografia - elettrofotonografia - una matrice onda del Dna in grado di correggere le anomalie del campo elettromagnetico del suo genoma. Tecnicamente ne corregge la polarizzazione degli spin dei suoi geni, dove risiede, secondo l’epigenetica, il vero controllo della nostra attività genomica. I dati, dentro di noi, divengono forme (ricorrono sempre esagoni e dodecaedri, spirali e toroidi - campi torsionali) e la forma sembra portare e condurre alla comunicazione dell’informazione.
Una volta i maghi chiedevano la fotografia a testimone della persona , forse per coglierne il campo eterico, oggi gli scienziati, novelli stregoni fisici, chimici, biologi, medici indagano e decifrano il campo energo-informazionale-biofotonico di noi umani.

“Una tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”, ha correttamente detto Arthur C. Clarke.

Aggiornato il 15 dicembre 2020 alle ore 13:06