La New Space Economy in orbita

martedì 15 dicembre 2020


Fabbriche di farmaci in orbita a bordo di mini-satelliti, la possibilità di lanciare un Sos nello spazio, e ancora nuove tecnologie per catturare dall’orbita terrestre dati di altissima qualità: la New Space Economy sta avanzando a grandi passi, con una previsione di crescita di un fattore 10 o 20 entro i prossimi 15 anni, ha detto all’Ansa il fisico Roberto Battiston, tracciando il bilancio dell’evento on-line dedicato al tema e organizzato da Fiera di Roma e Fondazione “Edoardo Amaldi” con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Delle prospettive della nuova economia che lega a doppio filo attività e nuovi servizi per la Terra con le tecnologie spaziali si è occupata anche la ricerca condotta dall’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano. I dati indicano che nel mondo la nuova economia legata allo spazio può contare su 90 miliardi di investimenti governativi e attira un numero crescente di startup, che solo nel 2020 hanno raccolto finanziamenti per 4,8 miliardi di dollari a livello internazionale. È appena iniziato un grande cambiamento che già impone nuove regole e una nuova divisione dei compiti a livello europeo. Per esempio, sta per nascere l’Unione europea per il programma spaziale (Euspa), destinata a sostituire l’agenzia Gsa (European GNSS Agency) che gestisce il programma di navigazione satellitare europeo Galileo, e ad accrescere le sue competenze con la gestione del programma Copernicus per l’osservazione della Terra, in linea con il mandato ricevuto dalla Commissione europea.

Dal canto suo, l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) conserverebbe il suo ruolo nel settore dei programmi scientifici. Anche questo settore, ha rilevato Battiston, ha un ruolo di propulsione per stimolare nuove idee di imprenditoria, con spinoff e startup, come dimostra il Phi-Lab aperto presso il centro dell’Esa in Italia, l’Esrin. Sempre a livello europeo, sono allo studio servizi di navigazione satellitare che permettano di inviare segnali di emergenza a satelliti nuova generazione. Nel nostro Paese esistono inoltre molte attività imprenditoriali legate all’osservazione della Terra, con la costellazione dei satelliti Cosmo SkyMed ormai alla seconda generazione, con il programma Prisma, che permette l’analisi multispettrale dell’immagine, e con il progetto Platino, nell’ambito del quale si stanno sviluppando costellazioni di satelliti low cost per produrre dati di altissima qualità a prezzi contenuti.

Quanto l’Italia sia in prima fila nella New Space Economy lo indica il lancio con il quale il razzo Vega ha portato in orbita 53 satelliti grazie allo speciale dispenser Ssms (Small Spacecraft Mission Service). Uno dei satelliti messi in rbita con quel lancio, Dido3, è una fra le grandi promesse della space economy: sviluppato dall’azienda SpacePharma per l’Asi e l’agenzia spaziale israeliana, il microsatellite Dido 3 è in grado di realizzare reazioni biologiche in microgravità controllato da un computer a Terra.


di Redazione