Cellule progettate al computer, nate in provetta, ora capaci di crescere e replicarsi in copie dalle quali potrebbero nascere colonie in grado, per esempio, di produrre vaccini o farmaci. Sulla rivista Cell è stata pubblicata la ricerca frutto della collaborazione fra il J. Craig Venter Institute (Jcvi) fondato da Craig Venter, il National institute of standards and technology (Nist) e Massachusetts institute of technology (Mit). Il nuovo batterio – chiamato Jcvi-syn 3A – rappresenta l’ulteriore tappa della storia della vita sintetica, iniziata nel 2010 (nel marzo del 2016 fu la volta, invece, di Jcvi-sny 3.0).

“Adesso è arrivato il terzo passo, fondamentale, con un batterio capace di replicarsi”: queste le parole di Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata. Tutto il successo è racchiuso in sette geni che il Jcvi-sny 3.0 non aveva: “Sono questi i geni che regolano e controllano il processo di divisione – ha sottolineato Novelli – questo significa che il nuovo batterio sintetico vive e si riproduce, di conseguenza può formare colonie e aprire la strada a farmaci e vaccini prodotti da fabbriche viventi”. Jcvi-syn 3A – nel dettaglio – ha 19 geni in più, ma sono sette quelli che consentono di replicarsi.

Aggiornato il 30 marzo 2021 alle ore 12:03