In due anni il 5G cambierà l’Italia

Secondo l’Osservatorio 5G della Commissione europea la rete di ultima generazione ha raggiunto il 99,7 per cento della popolazione italiana. Dati aggiornati a marzo 2022. Due anni o anche meno e lo Stivale potrebbe avere una rete 5G in grado di implementare il sistema produttivo del 25 per cento. Al momento, però, questa connettività di nuova generazione ha ancora “bassa capacità”. Parola di Luca Luciani, amministratore delegato di Bai Communications Italia, sezione dell’azienda australiana specializzata “in infrastrutture passive di telecomunicazioni, a supporto degli operatori mobili”. Ma perché ci sia “un salto tecnologico – continua il Ceo – bisogna rimettere mano agli investimenti, modernizzare e ripensare la rete. Il 5G, nel caso specifico, ha bisogno di capillarità e di tantissime antenne”.

Così, per accelerare “abbiamo bisogno sicuramente che vengano realizzati i progetti del Pnrr e occorre densificare la rete nelle aree rurali. Dopodiché serve entrare nelle città, collaborare con i sindaci e con le aziende municipalizzate, collegare le antenne e metterle a disposizione degli operatori”. Secondo Luciani, ogni azienda di questo tipo “gestisce un patrimonio di infrastrutture (come i pali della luce) che possono fungere da supporto naturale a questo tipo di rete”. La fase finale di questa copertura farà in modo che “il cliente non avrà, come dire un velo di copertura, ma inizierà ad avere una rete robusta, che permetterà anche un approccio anche mentale diverso”. Per quanto riguarda la sicurezza, “le reti aperte wi-fi sono vulnerabili. Se l’esigenza è quindi la protezione dei dati il 5G è massimamente tutelato”.

Mobilità

Il 5G è visto dall’utente medio in ottica di intrattenimento: “Quello che gli cambierà la vita sarà l’internet of things, gli oggetti connessi”. Per esempio, con la connettività di ultima generazione, si potrebbe avere un sistema di navette a guida autonoma in alcune grandi città, come Roma.

“Per poterlo fare c’è bisogno di 5G – spiega l’amministratore di Bai – latenza zero e contiguità”. Poi, la connettività a bordo treno è “un pilastro importantissimo” per la costruzione di un ecosistema 5G: “Non solo – ha spiegato Luciani – per i treni veloci e ultraveloci, ma anche per quelli regionali, dove a oggi non c’è connessione. Sui treni viaggiano complessivamente 6 milioni di italiani che ogni giorno si spostano per andare a lavorare. L’obiettivo è mettere mano al sistema in cooperazione con i grandi player del trasporto per amplificare il segnale”.

Le aziende

Per la produttività industriale si parla di un cambio di marcia ancora più repentino: Luciani segnala che “con il 5G la rivoluzione è immediata, perché i guadagni di produttività sono certi e concreti da subito”. La robotica “da tempo ha sostituito le attività labour intensive nelle fabbriche tradizionali”. Ma in un ambiente di lavoro dinamico c’è bisogno di connessione con una latenza affidabile.

“Il 5G – continua – interviene in maniera prepotente perché garantisce una latenza quasi uguale a quella della fibra ottica, ha la capacità di collegare tantissimi oggetti assieme e dà certezza al ciclo produttivo”. Un altro settore che necessita della rete 5G è quello della logistica, perché appunto “l’intermobilità, un’esigenza estremamente importante, significa flusso di dati in tempo reale”.

Aggiornato il 20 luglio 2022 alle ore 09:37