Cina, Foxconn si scusa dopo le proteste nella fabbrica di iPhone

Un “errore tecnico” nei sistemi di pagamento. Il gigante tecnologico taiwanese Foxconn si è scusato solo dopo lo scoppio di violente proteste per salari e condizioni di lavoro nella sua vasta fabbrica di iPhone nella Cina centrale. In una nota si legge che il “team ha esaminato la questione e ha scoperto che si è verificato un errore tecnico durante il processo di onboarding. Ci scusiamo per un errore di input nel sistema informatico e garantiamo che la retribuzione effettiva è quella pattuita”.

I disordini all’impianto di Zhengzhou hanno portato diversi dipendenti a distruggere telecamere di sorveglianza e finestre mercoledì mentre centinaia di altri lavoratori protestavano presso lo stabilimento di Zhengzhou, in inedite scene di dissenso in Cina, innescate dalla frustrazione per le stringenti anti-Covid, per i bonus non pagati e per l’accusa di mancata separazione tra i neo assunti e i vecchio personale. Nei vari video postati sui social, i lavoratori hanno dichiarato di essere stati informati che Foxconn intendeva ritardare il pagamento dei bonus, mentre altri si sono anche lamentati di essere stati costretti a condividere i dormitori con i colleghi risultati positivi al Covid.

Nella nota Foxconn ha affermato “Il team ha esaminato la questione e ha scoperto che si è verificato un errore tecnico, garantendo che la paga effettiva sarebbe stata la stessa concordata nei manifesti ufficiali di reclutamento”. Le proteste più grandi si erano placate e la società stava comunicando con i dipendenti coinvolti in proteste minori, con lo scopo di risolvere i problemi e soddisfare le richieste dei lavoratori. Lo stabilimento di Zhengzhou impiega attualmente più di 200mila persone per realizzare dispositivi della Apple, inclusi gli iPhone 14 Pro e Pro Max.

Aggiornato il 24 novembre 2022 alle ore 16:36