Mazza (Fimi): “Industria discografica soffre per caso Siae-Meta”

“La rottura tra Meta e Siae ha creato un enorme caos nell’industria discografica”. Lo sostiene Enzo Mazza, ceo di Fimi (Federazione industria musicale italiana), in un’intervista a Repubblica. “Per una società che ambisce a essere un punto di riferimento nel metaverso non è un bel risultato. L’industria discografica non c’entra nulla nel conflitto fra Siae e Meta, ma ne esce gravemente danneggiata. In termini di diritti generati dalla pubblicità si tratta di migliaia di euro persi. È un danno per l’industria e per gli artisti. Nel 2022 il mondo Meta ha generato un po’ di più di 20 milioni di euro in Italia, solo per le case discografiche”. Tra artisti ed etichette “c’è una fortissima preoccupazione: l’industria discografica ha un accordo con Meta”.

Quello che Mazza ritiene inaccettabile è che “di fronte a un problema fra Siae e Meta, si vada a colpire tutto il settore in maniera indiscriminata. La holding ha deciso all’improvviso, a fronte di un mancato accordo, di rimuovere tutto il contenuto italiano. Poi si è spinta oltre, perché è andato offline anche molto contenuto internazionale: questo fa sospettare che ci sia un discreto caos nell’identificazione delle canzoni. Paga tutta la filiera. E lì emergono altri danni per il nostro settore. L’auspicio è che intanto Meta riattivi le canzoni. Poi si sieda al tavolo con Siae e trovi una soluzione contrattuale”. Il governo “potrebbe fare una moral suasion. Il digitale in Italia, per l’industria musicale rappresenta l’83 per cento. Si può immaginare quanto è importante”.

Aggiornato il 20 marzo 2023 alle ore 18:14