Monti a picco nei sondaggi

Dieci punti percentuali persi in appena due settimane. È il crollo nel job approval personale del premier Mario Monti - sceso dal 56,7% al 46,7% - il dato più significativo che emerge da una serie di sondaggi esclusivi realizzati da Spincon.it per L'Opinione prima e dopo le festività pasquali. 

Se il 28 marzo l'indice di approvazione di Monti restava ben al di sopra della soglia di galleggiamento del 50%, esattamente due settimane dopo questa cifra si è inabissata verso profondità inaspettate, con un trend che non promette nulla di positivo. La delusione "bipartisan" sulla riforma del lavoro; uno scenario economico che non sembra dare cenni di miglioramento; l'andamento negativo di Borse e spread; la percezione sempre più diffusa di una stretta fiscale imminente: tutto sembra congiurare contro il premier e l'esecutivo, almeno nella sanguinosa arena dell'opinione pubblica.

Ma lasciamo le interpretazioni dei fatti agli editorialisti e concentriamoci sui numeri. Oltre a perdere dieci punti secchi nel job approval, Monti inizia a traballare anche se si prende in considerazione l'intensità del gradimento. Se due settimane fa, il 15,1% degli elettori italiani esprimeva un giudizio "molto positivo" sull'operato del premier, oggi questo numero si è praticamente dimezzato (7,9%). Dal lato opposto della barricata, il numero di chi esprime un giudizio "molto negativo" è cresciuto dal 17,9% al 19,1%. Applicando la metodologia utilizzata dal sondaggista americano Scott Rasmussen per calcolare il "presidential approval index", cioè sottraendo le opinioni "molto negative" a quelle "molto positive", lo spread accusato da Monti è passato - sempre in sole due settimane - da un decente -2,8% a un pericolosissimo -11,2%. Mentre sottraendo le opinioni "abbastanza negative" a quelle "abbastanza positive", lo spread è addirittura crollato dal +16,0% al +4,8%. 

Se il trend nell'indice di approvazione di Monti è molto preoccupante, quello che riguarda il governo nel suo complesso è letteralmente disastroso. Dal 55,1% di due settimane fa, infatti, il "job approval" dell'esecutivo è precipitato al 41,7%: un calo del 13,4%. Anche lo scarto tra le opinioni "molto positive" e quelle "molto negative" è passato da un già pessimo -10,3% ad un imbarazzante -20,1%. Se il trend negativo delle ultime settimane continuasse anche in futuro, il governo Monti rischia di raggiungere molto in fretta i record negativi toccati dai governi Prodi e Berlusconi nei loro ultimi mesi di vita. I professori sono autorizzati a toccare ferro.

Nei sondaggi commissionati da L'Opinione a Spincon.it, sono state analizzate anche le "intenzioni di voto" degli elettori italiani nelle ultime tre settimane. I risultati integrali sono pubblicati nella tabella qui a fianco, ma è interessante osservare l'andamento di alcuni dei partiti presi in considerazione.

Il Pdl è, come rilevato da tutti gli istituti di ricerca, in pessima forma alla vigilia delle elezioni amministrative, molto distante dal risultato raccolto alle Politiche del 2008 e alle Europee del 2009. Nei tre sondaggi realizzati da Spincon.it - chiusi rispettivamente il 28 marzo, il 4 aprile e l'11 aprile - il Popolo della Libertà oscilla tra il 23,6% e il 22,3% (con una lieve ripresa nell'ultima settimana).

In calo rispetto alle Politiche del 2008, ma meglio del Pdl, è il Partito democratico, che parte da un dato appena inferiore al 26% ma perde qualcosa nelle ultime due rilevazioni. 

Stabile, invece, il risultato della Lega Nord, che dall'8,9% di due settimane fa scende all'8,2%, con una perdita di consensi tutto sommato contenuta dopo lo "scandalo" che ne ha travolto i vertici. 

Idv e Sel si contendono, a suon di punti decimali, la seconda piazza nel podio del centrosinistra. In vantaggio, per Spincon.it, è il partito di Nichi Vendola al 7,3% (in lieve calo), mentre la formazione politica di Antonio Di Pietro si ferma al 6,7% (stabile).

Nel Terzo Polo continua a dominare l'Udc, con il 6,9%, mentre Futuro e Libertà continua a navigare intorno al 4% senza mai dare l'impressione di sfondare. Api e Mpa chiudono il "cerchio centrista" con risultati quasi trascurabili, almeno a livello nazionale.

Segnaliamo anche il discreto risultato de La Destra di Francesco Storace, che dall'1,8% di due settimane fa passa al 2,5%. E la crescita, lenta ma costante, dei Radicali italiani che passano dall'1,3% all'1,7%. Stabile, invece, con un risultato quasi mai superiore al 2%, la Federazione della Sinistra (Rifondazione comunista e Comunisti italiani).

Chiudiamo con l'ottima performance del Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, che continua a sfoderare numeri superiori al 5%, sfiorando addirittura il 6% nell'ultima settimana. Segno che, in un momento di grave crisi dei partiti tradizionali, sempre più cittadini cercano rifugio nell'antipolitica. È un dato di cui sarebbe sciocco non tenere conto.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:58