Quella grande marcia ignorata dai media

mercoledì 25 aprile 2012


Appuntamento davanti al Carcere di Regina Coeli intorno alle 10 del mattino. Inizierà così stamani la marcia dei Radicali per l'amnistia e per la legalità della repubblica che i grandi media, stampa e radio televisivi, stanno consciamente ignorando da settimane. Mentre il resto del paese sarà prevedibilmente impegnato tra commemorazioni e polemiche tipiche del 25 aprile, Marco Pannella e altre 700 persone sfileranno per un percorso che dal carcere romano simbolo di ogni vergogna dell'universo penitenziario italiano si snoderà per corso Rinascimento fino a piazza San Silvestro. Dopo alle 12.30 ci saranno i comizi dei principali partecipanti, a partire da Pannella che per promuovere il tutto si è fatto a singhiozzo mesi di sciopero della fame e settimane di sciopero della sete.

Pochi giorni fa l'Agcom era dovuta intervenire per la mancanza di ogni dibattito nella tv pubblica sulla questione carceri. E Pannella non fa sconti a nessuno, neanche a Napolitano che a luglio dell'anno scorso aveva affermato durante un convegno tenutosi in un aula del Senato e organizzato da Emma Bonino, che «la condizione delle carceri ci umilia in Europa» ed è fonte per noi di continue condanne e di «vergogna». Proprio domenica nella consueta conversazione settimanale con Massimo Bordin a Radio radicale, Pannella aveva detto che «la repubblica e lo stato italiano stanno dando un contributo potente: stiamo sputtanando non solo più solo l'Autorità garante sulle comunicazioni in Italia, ma la giurisdizione europea». Insomma "della legalità da 50 anni a oggi".

A Napolitano Pannella rimprovera la scarsa coerenza con le proprie pesanti parole dello scorso luglio. Dato il contentino al leader radicale all'epoca in sciopero della fame e della sete, la cosa è finita lì. Inoltre i Radicali mal sopportano l'interventismo para populistico di Napolitano e la quasi assenza di messaggi alle due Camere su temi così scottanti come le carceri. Detto questo la marcia per l'amnistia cui hanno aderito i principali sindacati di guardie carcerarie e direttori di penitenziari, oltre che una nutrita serie di personaggi del mondo cattolico, nonché parlamentari di tutti gli schieramenti o quasi, più che per alleviare le intollerabili condizioni dei carcerati nelle patrie galere è in realtà diretta ad affermare l'anno zero della giustizia italiana.

L'amnistia è ormai l'unico strumento per levare montagne di fascicoli penali dalle scrivanie dei magistrati e per fare ripartire una macchina ormai da rottamare se solo ce ne fosse una nuova con cui cambiarla.


di Dimitri Buffa