L'impossibile riforma dell'avvocatura

Settantanove anni, ottanta forse, ma sarebbe il caso di giungere a cento, cifra più facile da ricordare. Di cosa si parla? Della riforma della legge professionale forense, lo statuto degli avvocati. La copertura finanziaria è assicurata. Gli Avvocati pagano tutto e si pagano tutto da soli: pensione, assicurazione, cessazione della attività, danni da mancato incasso dei crediti. 

Si narra che il disegno di legge di riforma sia stato approvato dal Senato delle Repubblica ed ora giaccia alla Camera dei Deputati e che a seguito delle intervenute "liberalizzazioni" si dovrà procedere ad una profonda revisione del testo normativo la legge professionale. Indipendentemente dalle modifiche da apportare, basterebbe riflettere sulle modalità di elezione dei membri dei Consigli degli Ordini territoriali per suggerire di mantenere in vita le norme dell'era paleolitica e non perdere tempo ed energie per riformare la riforma. Il disegno di legge, a seguito dell'approfondito esame dei nostri illustri senatori, ora è al vaglio dei nostri competenti deputati, ma la modalità di elezione e rimasta quella di ottanta anni fa, quando gli Avvocati erano poco più o poco meno dei mille al seguito di Garibaldi. Recita il testo: i componenti del consiglio sono eletti dagli iscritti con voto segreto in base a regolamento adottato ai sensi dell'articolo 1 e con le modalità nello stesso stabilite. Hanno diritto al voto tutti coloro che risultano iscritti negli albi e negli elenchi dei dipendenti degli enti pubblici e dei docenti e ricercatori universitari a tempo pieno e nella sezione speciale degli avvocati stabiliti, il giorno antecedente l'inizio delle operazioni elettorali. Ciascun elettore può esprimere un numero di voti non superiore ai due terzi dei consiglieri da eleggere, arrotondati per difetto. 

Nell'Ordine di Roma i membri del Consiglio da eleggere con le nuove disposizioni sarebbero in numero di 25. quindi ogni singolo elettore è facoltizzato a dare 15 preferenze. Sì, non è un refuso: 15 preferenze. Dopo 62 anni dalla prima elezione democratica della Repubblica Italiana, con leggi elettorali che si sono succedute, con dibattiti estenuanti sul sistema elettorale migliore per selezionare le rappresentanze, dopo accese discussioni su preferenza sì, preferenza no, i nostri parlamentari decidono che l'elettore avvocato si reca al seggio scrive 15 nomi per scegliere uno (anzi 15) che possa rappresentarlo. Per una semplice elezione di rappresentati di una categoria, che devono curare un albo professionale e interessarsi un po' di deontologia, l'elettore sarà bombardato di pubblicità, di comunicati, sarà corteggiato per l'intero arco della giornata da questo e da quello, sarà costretto a subire il mercatino delle fazioni che si contrapporranno, con liste di emeriti sconosciuti che formeranno l'elenco dei 15, osserverà incredulo alle accuse reciproche dei contendenti in gruppi di 15, più i fedeli iscritti al partito del capolista, sussulterà venuto a conoscenza dei colpi bassi che alimenteranno il chiacchiericcio. Insomma una edificante fotocopia del triste spettacolo della cosiddetta politica nostrana. 

E' così difficile trovare una modalità diversa? Forse no. La preferenza deve essere una sola, come avviene anche per l'elezione dei consiglieri comunali e regionali, in modo che ogni candidato è libero di candidarsi e non deve essere designato dal capo lista di turno e liberamente sceglierà di proporsi ai colleghi per farsi conoscere, senza costi aggiuntivi. Non è una grande idea, ma a volte basta copiare bene. Avete capito illustri parlamentari, anche se l'invito dovrà essere posto a quelli che verranno, in quanto in questa legislatura la legge per gli Avvocati non sarà approvata.

Caro Avvocato, leggendario eroe dell'attesa, paziente ricercatore della norma giusta, cireneo del fardello della giustizia, educato cittadino rispettoso esecutore della regola, purtroppo non avendo una rappresentanza politico-sindacale unita, forte e coesa il tempo dell'attesa si moltiplicherà, perché il numero per gli Avvocati (circa 200.000) non è forza.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:15