Se gli italiani investono nel brick

Duecentomila persone. Sono più o meno il numero degli abitanti di Brescia, che è la seconda città più estesa della Lombardia. Ecco, mettiamo che tutta Brescia si sia trasferita a Londra, perché tanti sono i residenti italiani nella capitale inglese. E parliamo solo delle cifre ufficiali. 

Insomma, gli italiani che scappano, preferiscono farlo nel Regno Unito, in particolare sotto il Big Ben. Non che i prezzi delle case siano vantaggiosi, anzi. Londra si conferma una delle città più care d'Europa. Eppure, nei primi 5 mesi del 2012, gli italiani sono diventati i primi acquirenti di case della metropoli britannica. Un primato che hanno soffiato anche ai russi, declassati ad ex campioni degli investimenti sul mattone. Nel 2011, il 4% dei rogiti totali nei quartieri alti di Londra era stato effettuato da italiani. Nel 2012 la percentuale è salita al 7,6%. È quanto riportano le ultime stime dell'agenzia immobiliare Knight Frank.

Questi non sono semplici dati di colore. Non è più il tempo della swinging London e anche la Gran Bretagna attraversa la sua crisi. Quindi per quale motivo gli italiani scelgono di investire proprio lì? Sembra evidente che le cause dietro le quinte di un'impennata del genere nell'acquisto di immobili a Londra siano un chiaro segnale di sfiducia, non solo nelle sorti dell'euro ma anche in quelle del mercato immobiliare italiano in generale.

In buona sostanza, chi ha soldi da spendere e investire, li investe dove immagina di non rimetterci troppo. E gli italiani sono convinti sostenitori del mattone, non solo come investimento della vita ma anche per la messa in sicurezza di un eventuale capitale. I nostri nonni ci hanno insegnato che i soldi finiscono, la casa rimane. Un porto sicuro dove mettere i soldi, un rifugio certo dove l'euro non è ancora arrivato e dove, con tutta probabilità, non arriverà. Ma non c'è solo questo. 

Non è da sottovalutare il fatto che il boom di acquisti sia avvenuto proprio nei primi mesi del 2012, esattamente in seguito all'annuncio della nuova, famigerata Imposta Municipale Unica, meglio conosciuta come Imu. Non che all'estero non si paghino tasse. Anche in Inghilterra esiste una tassa sulla casa. Si chiama Council Tax. Il meccanismo attraverso il quale viene determinato l'importo della Council Tax che un proprietario di immobile dovrà pagare, però, è piuttosto diverso da quello che siamo abituati a lamentare in Italia. In Italia paghiamo per il semplice fatto di possedere una casa, secondo la sua metratura. 

Il 12 giugno 2012 un interessante articolo uscito su Libertarianation.org spiegava efficacemente che la differenza tra Imu e Council Tax «è che la prima è un'imposta sul possesso degli immobili mentre la seconda è una tassa sui servizi pubblici». Il che significa che per case che hanno la stessa metratura è possibile riscontrare notevoli differenza tra gli importi delle rispettive Council Tax. «La differenza - continua Libertarianation.org - prima che legislativa è ideologica. L'Imu rappresenta un balzello per poter giustificare l'appropriamento di soldi da parte dello stato e non è detto che questi soldi poi andranno a finanziare i servizi pubblici che servono per quell'immobile». Magari sarà fondamentalmente ideologica, ma rimane una bella differenza.

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:12