Martino e i Nobel per uscire dall'euro

«La Germania crea il nuovo marco e lo lascia circolare accanto all’euro. Dopo due anni, si vedrà che rapporto ci sarà tra le due monete per poi ritirare gli euro dalla circolazione. L’Italia potrebbe fare lo stesso». È una provocazione quella lanciata dal senatore del Pdl Antonio Martino.

Qualcosa di più che una boutade, visto che il pensiero dell’ex ministro degli Esteri del primo governo Berlusconi non ha fatto altro che citare un’autorevole fonte della stampa estera: «Alcuni giorni fa c’è stato un articolo sul Wall Street Journal – spiega Martino - dove un importante economista americano suggeriva che la prima ad uscire dall’euro dovesse essere la Germania e la seconda l’Italia». Per valutare la percorribilità di una strada politica che attirerebbe facilmente su di sé critiche di populismo a là greca, il senatore liberale sta organizzando un convegno con alcuni dei più titolati economisti liberisti di fama internazionale.

Per ora nomi non ne circolano, ma fonti vicine a Martino suggeriscono che potrebbero essere presenti anche alcuni premi Nobel. Il “Convegno dei Nobel” sarebbe previsto a villa Gernetto, intorno alla metà di luglio. Un’iniziativa voluta da Martino, ma fortemente apprezzata e sostenuta da Silvio Berlusconi. Sotto l’impulso del suo ex ministro e di esperti della materia, il Cavaliere, oltre al problema su quale moneta far circolare nel prossimo futuro sul Continente, vorrebbe dotarsi di solidi argomenti per arrivare preparato all’imminente campagna elettorale. La crisi si fa sentire, confessano alcuni stretti collaboratori dell’ex premier, e non ci si può presentare davanti alla gente con risposte approssimative. Un modo per lanciare l’Università delle libertà, il prestigioso istituto che dovrebbe essere ufficialmente inaugurato da Berlusconi la prossima primavera.

A corredo della sua proposta, l’economista cita uno scambio di vedute che ebbe alcuni anni fa con il suo maestro, il Nobel per l’economia Milton Friedman: «Una volta mi scrisse, perché era rimasto sorpreso dalla rapida convergenza. La sua meraviglia era dovuta al fatto che lui dava per scontato che la convergenza, cioè i bilanci, fossero veri e non truccati. Ma poi abbiamo scoperto che erano truccati. Friedmann mi aveva consigliato di andare in Bankitalia per chiedere di conservare le matrici, qualora si fosse verificata la necessità tornare a stampare la lira».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:46