La rivoluzione nel Pdl? Si può fare

La manifestazione di sostegno al presidente Silvio Berlusconi annunciata da Daniela Santanchè per quest’autunno non è niente di strano ed è certamente una buona idea, ma nella stessa occasione dev’esserci l’intenzione complementare e imprescindibile di dare forza al partito e al presidente proponendo idee e ricette concrete per il Paese, che vadano nella direzione di quella rivoluzione liberale promessa nel 1994. 

Il sostegno a Berlusconi sarà un elemento importante ed utile a dimostrare a chi come certi colonnelli ex-Alleanza Nazionale chiede delle primarie di ipocrisia che queste non avrebbero senso e che Silvio Berlusconi gode ancora di un sostegno plebiscitario. 

Saranno dall’altro lato fondamentali idee, programmi e progetti ambiziosi per il paese in ogni settore della società, che siano rivoluzionari e liberali al massimo, che dimostrino che la volontà di cambiare c’è e che manca solo la forza per farlo, che questa dev’essere la gente a donarcela in nome di quei principi. Idee, progetti e programmi andranno elaborati alcuni ed altri cercati, compresi, scelti, adattati e studiati dalla politica tra quelli prodotti negli anni delle menti più fini e brillanti che il centro-destra liberal-conservatore anche in Italia possiede. 

Servono testi come quelli di Bruno Leoni e quindi quelli dell’Istituto che porta il suo nome, idee come quelle di Oscar Giannino con le sue soluzioni utili a risolvere i problemi dell’economia, per una ripresa e un nuovo sviluppo, invenzioni come quelle di Vittorio Sgarbi. 

Per esempio l’eccezionale proposta di far corrispondere patrimonio artistico e patrimonio economico che nel nostro paese effettivamente dovrebbero corrispondere anche legalmente e quindi la creazione di un unico Ministero. Loro, assieme ad altri e molte altre proposte. 

Queste sono le proposte che vogliamo e che servono. Infine rivalutare e dare più ascolto ad opinioni di politici e giornalisti illuminati quali Giancarlo Galan, Antonio Martino, Michaela Biancofiore, Giuliano Ferrara e Vittorio Feltri, uomini e donne che appartengono alla nostra storia e di concetti e liberal-conservatorismo ne sanno, parecchio e saprebbero quindi anche interpretarli e interpretare le proposte traducendole in politica. 

Dovremo quindi dimostrare di essere pronti a fare la rivoluzione. 

Perché si può fare e oggi si deve fare, come un tempo la fecero Ronald Reagan e Margaret Thatcher, oggi in Italia colui che può realizzarla si chiama Silvio Berlusconi e i suoi azionisti sono gli italiani. 
*Dirigente Pdl e Giovane Italia 

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:52