Europa politica, unica via d'uscita dalla crisi

sabato 15 settembre 2012


Le decisioni approvate dal consiglio direttivo della Bce hanno segnato una svolta nella politica europea, di cui è fondamentale valutare le implicazioni e le conseguenze. Innanzitutto occorre constatare che, dopo che la Bce ha approvato le misure, per effetto delle quali potrà acquistare i titoli pubblici di alcuni Paese della Ue sul mercato secondario con scadenza triennale, le borse sono risalite mentre lo spread è diminuito.

Secondo alcuni osservatori Mario Drgahi, che ha dovuto superare la resistenza all’interno del consiglio direttivo della Bce del presidente della Bundesbank tedesca, per il quale vi è il rischio che in tal modo la banca centrale finanzi i paesi dell’euro zona in deficit, è riuscito a rafforzare sia i poteri sia l’indipendenza della banca, di cui è presidente. Il presidente Napolitano, consapevole della gravità della crisi economica che attraversa sia l’Italia sia l’Europa nel suo insieme, nel suo discorso pronunciato a Venezia la settimana scorsa con grande lucidità e senso della responsabilità ha rivolto l’invito e sollecitato le forze politiche a europeizzare la politica italiana, perché il nostro paese possa dare un contributo politico ed ideale, in vista della necessaria e non più rinviabile creazione e edificazione della Unione Politica Federale in Europa.

Infatti se, da un lato, è rassicurante e confortante l’azione promossa dalla Bce per perseguire una politica monetaria a salvaguardia della integrità dell’euro che armonizzi i tassi di interessi tra i paesi della Ue, rendendo possibile la trasmissione della politica monetaria, dall’altro lato, netta è la sensazione che la tecnocrazia ancora una volta, in ambito Europeo, abbia dovuto sopperire alla mancanze ed omissioni ed insufficienze della politica. Queste misure, adottate dalla direttivo della banca centrale Europea, prevedono il rispetto da parte degli stati che dovessero chiedere e invocare l’aiuto e servirsi del ESM, il fondo salva Stati, di alcuni vincoli e condizioni. La Bce può acquistare i titoli pubblici dei paesi in difficoltà in modo illimitato, in modo da bloccare la speculazione finanziaria, mentre i paesi che chiederanno aiuto dovranno avviare un piano di risanamento della finanze pubbliche e ogni tre mesi sottoporre alla Troika, formata dalla Bce, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale, i risultati conseguiti mediante le politiche di rigore e di contenimento della spesa pubblica.

In tal modo gli aiuti concessi in Europa ai Paesi in difficoltà verranno subordinati al rispetto di condizioni vincolanti e non derogabili. Con questa procedura verrà scongiurato il rischio, temuto da una parte della classe dirigente tedesca,  che i deficit pubblici dei Paesi considerati poco virtuosi possano essere finanziati dalla Bce, trasgredendo e violando quanto è stabilito nei Trattati Europei. Tuttavia, visti alcuni dati diffusi dalla Ocese, organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, in base ai quali in Europa vi è il rischio che 116 milioni di cittadini del vecchio continente precipitino al di sotto della soglia di povertà, per effetto della disoccupazione e della recessione, è evidente che le politiche di austerità e rigore, con le quali sono stati imposti sacrifici e privazioni ai cittadini europei, non sono più proponibili né più sopportabili. Inoltre, sempre secondo i  dati diffusi da Angel Gurria, Presidente dell’Ocse, vi sono  alcuni Paesi Europei, come Spagna, Portogallo ed Italia, nei quali sette milioni di giovani compresi  tra i 18 e 28 anni che non studiano e sono esclusi dal mondo del lavoro, una generazione condannata alla povertà.

Per evitare che il disagio economico, dovuto alla disoccupazione, alla recessione ed alla crisi economica, alimenti i populismi, contrari al rafforzamento della Europa politica in vista della creazione della Unione Federale, è necessario che al rigore nelle politiche di bilancio, che pure deve essere mantenuto e preservato, si accompagni una efficace politica che favorisca la domanda e gli investimenti e ponga le condizioni per la crescita economica. Lo stesso presidente Monti, al quale non sfugge la pericolosità rappresentata dai venti populisti che spirano in Italia ed Europa, alla conclusione del Forum Ambrosetti sul lago di Como, ha dichiarato che intende convocare a Roma, in Campidoglio, luogo simbolico dove venne approvato il trattato europeo del 1956, un Vertice Straordinario dei maggiori paesi della Ue, per contrastare le spinte politiche nefaste e negative che perseguono la disgregazione in Europa e offrono argomenti a sostegno dei diversi  populismi. A questo proposito è fondamentale osservare quanto accade in Germania. Angela Merkel responsabilmente ha approvato e condiviso le misure adottate dalla Bce per arginare efficacemente la speculazione finanziaria a danno dei Paesi dell’Europa meridionale.

Tuttavia anche in Germania, sia nel partito della Cancelliera tedesca sia nel Csu Bavarese, è emerso un orientamento politico culturale contrario alla cessione della sovranità tedesca in favore della Unione Europea. La prossima campagna elettorale, visto che in Germania si voterà tra un anno, sarà basata sulla scelta fondamentale tra rendere possibile la nascita della Unione federale Europea oppure, con grave danno e nocumento per la stessa economia tedesca, contrastare questo processo. La Germania, come acutamente notava uno studioso, è troppo grande in Europa, ma, rispetto alle economie emergenti in Asia e Sud America, è destinata da sola ad esercitare un ruolo marginale e  poco influente. In questo momento vi è l’attesa della sentenza della corte costituzionale tedesca, che si dovrà pronunciare sulla costituzionalità del Esm, il fondo salva stati, per fugare ogni dubbio sul fatto che sia compatibile con la legge fondamentale della Germania. In ogni caso anche in Germania, secondo i dati diffusi dall’Ocse, questo anno la recessione farà diminuire il Pil e la ricchezza nazionale dello 0,2 e dello 0,8.

Questo significa che, a differenza di quanto sostengono coloro che avversano le politiche di Mario Draghi, accusandolo di snaturare il ruolo della Bce e di finanziare surrettiziamente i Paesi i Deficit, anche la Germania avrà bisogno di una politica a favore della domanda e degli investimenti, per superare la crisi e la recessione economica. L’Europa Federale e politicamente Unita deve diventare l’orizzonte, come ha dichiarato saggiamente il presidente Napolitano, ideale delle forze politiche sia in Italia sia nel  vecchio continente, se si vuole evitare e scongiurare la catastrofe economica, che ancora rappresenta un rischio concreto ed incombente.


di Giuseppe Talarico