Bergamini: «La politica è a un bivio»

«Quale ruolo può assumere la politica nella situazione complicata in cui il paese versa?». A questa la domanda Deborah Bergamini, deputata del Popolo della libertà, proverà a rispondere oggi ad Assergi, nel corso della tavola rotonda nella quale, insieme ad Antonio Martino, Enrico Morando e al direttore de L’Opinione, Arturo Diaconale, lancerà cinque grandi proposte di riforme da realizzarsi nella prossima legislatura. «Anche perché chi interverrà oggi non è un tecnico: siamo tutti parlamentari e dobbiamo porci la domanda su cosa la politica stia facendo per risollevare le proprie sorti».

Secondo Bergamini uno dei principali fattori della crisi che l’Italia sta attraversando è l’incapacità della classe dirigente di rispondervi adeguatamente. «Assistiamo ogni giorno ad una continua perdita di credibilità – continua Bergamini – E la politica viene sempre più considerata inutile se non dannosa». Un segno dei tempi che cambiano, perché oltre la degenerazione dei costumi delle classi dirigenti, «un certo lassismo veniva perdonato nei decenni scorsi, quando la crisi non c’era e il benessere era più diffuso. Oggi è intollerabile».

Si fanno sentire gli effetti dello scandalo che ha investito il Pdl nel Lazio, e che stanno interessando anche i consigli regionali di Campania ed Emilia Romagna. I segnali che il malcostume della gestione dei fondi alle autonomie è probabilmente un problema diffuso «che interessa tutti i partiti». La tempesta che ha investito Franco Fiorito e, di riflesso, Renata Polverini «rischia di essere la pietra tombale sul ruolo della politica nei prossimi anni». Per l’onorevole azzurra siamo di fronte ad un vero e proprio bivio: «O si rigenera in fretta, o degenera per sempre». Per Bergamini è estremamente urgente «ripensare l’utilizzo dei finanziamenti e pretendere un’effettiva e puntuale rendicontazione». Anche perché l’humus da cui ripartire ci sarebbe, non tutti quelli che fanno politica «sono animati esclusivamente da personalismi o sono ladri».

Ma l’insofferenza è tanta, in particolar modo in un momento in cui la crisi si fa sentire. La deputata pidiellina è critica rispetto alla strategia di inasprimento della pressione fiscale del governo: «Faccio un esempio. Il governo ha tassato lo stazionamento delle barche nei porti. Avevamo avvisato un anno fa che sarebbe stato un danno per l’indotto, perché i proprietari avrebbero portato i natanti all’estero. Ieri l’esecutivo ci ha comunicato il saldo: 24 milioni invece dei 155 previsti. Considerando il danno all’indotto, un’operazione in perdita».

Per questo Bergamini propone «una riforma complessiva», tenendo conto che il problema è che oggi «il carico fiscale compensa l’enorme e intollerabile spesa pubblica. Chi governerà dovrà mettere mano a questo assurdo, rivedere il rapporto tra spesa pubblica e tasse». Ma la rivoluzione alla quale i partiti si devono preparare è più ampia: «Si pone forte il tema di una revisione del rapporto tra singolo e stato. Credo che nel tempo si rafforzerà naturalmente una visione liberale delle possibili soluzioni che si possono dare al problema. Lo stato sociale è ormai collassato».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 16:03