Allarme al gruppo Espresso-Repubblica
Allarme, preoccupazione e stato d’agitazione al gruppo Espresso-Repubblica. Qualche giorno fa è stata indetta un’assemblea di redazione in difesa degli organici, opposizione a nuovi stati di crisi e ai licenziamenti consentiti dalla riforma Fornero. È da alcuni mesi che all’interno delle redazioni dei quotidiani, dei settimanali e della rete web serpeggia uno stato di disagio per le incertezze sugli investimenti e sulla strategia aziendale basata in realtà esclusivamente su tagli e mancanza di piani di sviluppo nonostante, osserva il comitato di redazione, gli “ingenti utili conseguiti” dal complesso editoriale che fa capo all’ingegnere Carlo de Benedetti. Sul tavolo della discussione lo stato della trattativa con l’azienda dopo gli incontri con il direttore generale Corrado Corradi, il capo del personale Roberto Moro e il delegato del direttore Ezio Mauro, Aldo Balzanetti. L’assemblea è arrivata dopo una serie di incontri del comitato di redazione con molti settori in difficoltà. Di fronte alla complessità della situazione è stato attivato il coordinamento dei cdr che ha deciso di far pubblicare su tutte le 18 testate un comunicato con il quale si chiede il ritiro del piano e di avviare un ampio tavolo di negoziato su tutte le vertenze in atto.
Il coordinamento (Finegil, Repubblica, Espresso, Elemedia, di cui fanno parte anche Il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, la Nuova Venezia, il Corriere delle Alpi) riunito presso la Fnsi ha espresso preoccupazione per l’assenza di un piano editoriale di rilancio delle testate, in presenza delle trasformazioni legate alla grave crisi economica che colpisce anche il mondo dell’editoria. Secondo i giornalisti non è possibile «garantire risposte adeguate e mantenere inalterata l’identità e la qualità del prodotto affrontando questa congiuntura solo con la logica dei tagli e la razionalizzazione dei costi». Si teme che si voglia far passare stati di crisi striscianti, blocchi del turn over, un uso improprio dei collaboratori e dei contratti atipici, l’utilizzo di pensionati all’interno delle redazioni, nuovi carichi i lavoro nelle testate web senza rispettare gli accordi sulla multimedialità. Tra le risposte concrete che i giornalisti attendono dall’azienda c’è anche il giallo dei numeri relativi alle copie vendute di Repubblica. Secondo i dati forniti dall’editore il quotidiano diretto da Ezio Mauro avrebbe perso nel mese di agosto rispetto all’anno precedente 50mila copie. Secondo i dati Ads, osserva il cdr, Repubblica venderebbe 12mila copie più del Corriere della Sera. Perché questa discordanza? Spetta all’azienda fornire spiegazioni sui numeri reali e l’esatto quadro della situazione.
Per ora c’è incertezza sul futuro e sugli organici delle testate Velvet e XL che rischiano il ridimensionamento. Per il primo ancora non ci sono decisioni e nel caso di chiusura i redattori sarebbero ricollocati nel polo femminile che il gruppo intende potenziare. Per il secondo, invece, c’è già la comunicazione del direttore di un piano di ristrutturazione che prevede la riduzione di 50 pagine e il conseguente ridimensionamento della redazione e il taglio delle collaborazioni, per ridurre le perdite che hanno toccato un milione e 400mila euro. Nel corso delle assemblee nelle sedi locali sono infine emersi molti problemi che vanno dagli organici alla carente distribuzione dei giornali in edicola. 

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:53