La grande delusione del partito (il)liberale

Poteva essere un’esperienza vitale, erotica e utile. È stata invece un’esperienza mortifera, triste e inutile. La presenza di Ilona Staller e del sottoscritto nelle liste del Partito Liberale Italiano alle elezioni comunali di Roma non è stata né valorizzata né compresa dal partito (o meglio, da ciò che ne resta) stesso. L’idea che avevo in mente allorquando proposi alla dirigenza del Pli la candidatura della Staller (parliamo del gennaio 2013) era molto chiara e si sostanziava in almeno tre punti: 1) rilanciare la cultura dei diritti sociali e civili; 2) rendere Roma finalmente una città vivibile, civile, europea, sessualmente intrigante, con parchi dell’amore, luoghi attrezzati per disabili, anziani, bambini e animali; 3) erotizzare la cultura laica e liberale, ovvero rendere nuovamente vitale un partito o più partiti (visto che la medesima proposta la lanciai anche al Pri e a tutta l’area laica) ormai morti, ovvero auto-suicidatisi per aver dato credito a segreterie nazionali senza alcun costrutto né prospettiva.

Purtroppo l’idea della dirigenza "liberale" retta da Stefano De Luca ed Enzo Palumbo era evidentemente un’altra, ovvero utilizzare Ilona Staller-Cicciolina quale “specchietto per le allodole mediatico”. Ciò si è visto sia nella prima conferenza stampa dal sapore feticistico, nella quale Ilona dovette esibirsi in foto che mostravano la “tessera del Pli” e nella candidatura a sindaco non già dell'eroina Cicciolina come aveva proposto il sottoscritto, bensì della candidatura di un ragazzo politicamente sconosciuto e oltretutto inneggiante ai fratelli Kennedy, noti simpatizzanti del fascismo e noti per essere stati eletti con i voti della mafia (si vedano le biografie di Pier Carpi e di Lanfranco Palazzolo, già dal sottoscritto recensite). Come se ciò non bastasse, dopo aver messo Ilona in secondo piano, relegata a “bandiera mediatica”, al secondo turno codesti dirigenti “liberali” hanno pensato bene - senza avvisarci - di appoggiare l’estremista di destra Gianni Alemanno che, peraltro, in questi anni ha distrutto Roma assieme ad amici, parenti e conoscenti.

Ora, il sottoscritto e Ilona, in tutti i nostri comunicati stampa abbiamo scritto che la nostra candidatura nasceva contro la partitocrazia e l’inciucio Pd-Pdl e questi qui che fanno? Appoggiano il peggio del peggio, ovvero Alemanno! Al danno la beffa e i cocci sono stati nostri al punto che i risultati del partitino “liberale” sono stati oltremodo deludenti: nemmeno 900 voti in tutto, ovvero una sconfitta che si poteva evitare se si fosse candidata Ilona Staller a sindaco con il nostro programma antipartitocratico, colorato, per la gente, per i diritti, per le libertà sessuali e per una Roma che avrebbe potuto tornare ai fasti di Ernesto Nathan. Lasciamo dunque codesti “liberali” al loro grigiore, ai loro debiti (anche nei confronti degli elettori) e al totale oblìo e, con l'associazione che ho ideato – “Amore e Libertà” – cerchiamo di costruire un’alternativa a questa triste politica che, da oltre vent'anni, danneggia il cittadino e lo sta rendendo sempre meno consapevole del proprio potenziale e del proprio ruolo attivo nella società.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:25