Samorì in cattedra verso le Europee

Gianpiero Samorì accende la luce e nel suo intervento a Rimini presso la sede di Forza Italia del padrone di casa Marco Lombardi (che con il movimento di Samorì, “Moderati in Rivoluzione” (Mir), aveva già collaborato in precedenza) traccia le linee guida e le basi per il futuro.

“Non ci stiamo rendendo conto – ha esordito Samorì – che in questi anni si stanno decidendo le sorti del nostro Paese, almeno per il prossimo mezzo secolo. La cultura comunista e stalinista ci sta sempre più spingendo verso l’oligarchia dove comandano e vengono privilegiati gli extra-ricchi e chi ha ruoli importanti nelle istituzioni”. Gli esempi non mancano: l’eccessivo stipendio del capo dello Stato, una Corte con un numero gigantesco di membri. Una serie di riflessioni che il professore evidenzia in un interessante parallelismo con la Germania. “Due anni fa – ha continuato Gianpiero Samorì – quando portai l’esempio dei presidenti dell’Inps qualcuno mi rise dietro e poi sappiamo com’è andata a finire”.

E poi il cuore dell’intervento di Samorì: la classe media al capestro. “Molte delle colpe sono anche nostre e di leggi istituzionali sbagliate – ha proseguito Samorì – perché va capito che la prima urgenza per le nostre aziende è il ricorso al credito. Subito dopo viene il sistema fiscale, che non è compatibile con questo sistema economico”.

Poi un battuta sul discusso Euro: “Io sono per rimanere nell’Euro, ma a determinate condizioni – ha spiegato il professor Samorì – La prima è che non posso accettare che il Governo ed il Parlamento Europeo non possano fornire indirizzi alla Banca Centrale Europea e che invece possa succedere il contrario”. E sul sistema Italia e le sorti del Bel Paese? “Il Premier Matteo Renzi sta facendo una grossa operazione d’immagine, ma non ha efficienza – ha risposto – È per questo l’equivoco su cui si deve far luce per il bene degli italiani”. Il tema si fa caldo e a questo punto il professore scende in più in profondità. “Dietro a tutte le manovre della sinistra c’è l’ideologia del comunismo che non si può estirpare, c’è l’hanno intrinseca – ha continuato Samorì – Possono cambiare gli uomini, i programmi, ma tutto torna lì: il denaro è peccato, chi spende è un criminale. E allora ecco la fiscalità eccessiva, ecco le microimprese che soffrono e chiudono. Il problema è che abbiamo perso la dignità morale da opporre alla cultura stalinista. Oggi loro fanno gli europeisti, ieri gli votavano contro. Noi, come area di centrodestra – ha proseguito – dobbiamo riprenderci la dignità. Se seguiamo Renzi nella sua capacità comunicativa, siamo morti. La storia dal dopoguerra ad oggi ci ha indicato in De Gasperi, nell’America ed in Berlusconi le chiavi di volta per opporci alla sinistra. Le Europee saranno un banco di prova – ha concluso Gianpiero Samorì – E io vorrei partecipare al quel nuovo che verrà dopo Berlusconi”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:18