Renzi e l’imitazione   di Obama (sbagliata)

Mi chiedo se Renzi non sia la copia sbagliata di Obama. Il presidente Usa, a quanto pare, ha incasinato non poco la sanità pubblica con la sua recente riforma del welfare, mentre Renzi lo sta facendo con l’aumento complessivo della tassazione, per mantenere intatte le tutele di prima.

Per non parlare dei disastri di Washington, in politica estera, che fanno un bel paio con quelli di Renzi-Mogherini a Bruxelles e in giro per il mondo. Accadono stragi di cristiani, per mano dei fondamentalisti musulmani, in Africa e nel Medio Oriente, e il nostro presidente del Consiglio che fa? Non solo tace, ma se la prende con Putin (per la questione ucraina), che governa un Paese cristianissimo. Da non crederci.

Quali sono le iniziative serie, intraprese a livello internazionale dal Governo italiano affinché tutti quei Paesi che hanno dati affidabili dai satelliti (Russia e America, in particolare) mettano sul piatto del Consiglio di sicurezza i loro preziosi averi, in modo che si venga finalmente a capo delle vere responsabilità? Imporre nuove sanzioni economiche alla Russia? Per far cosa? Vederci tagliare preziosissime forniture di gas e rinsaldare, in ogni senso, l’asse Mosca-Pechino, sia sullo scambio di prodotti energetici, che della bilancia commerciale bilaterale? Sarebbe meglio dichiarare apertamente guerra (convenzionale) a Putin, così veniamo a capo, in un modo o nell’altro, degli equilibri irrisolti, dalla fine della Guerra Fredda a oggi.

Permettetemi una piccola eresia digressiva: finché ci saranno gli Usa, i conflitti nel Medio Oriente, con la Russia e con la Cina non finiranno mai. Perché gli States fanno enormi affari con e sulla ricerca militare, e le sue applicazioni civili. Non solo: le loro super tecnologiche fabbriche di armamenti danno lavoro, soprattutto nell’indotto, a milioni di occupati. Le armi così prodotte si vendono in tutto il mondo, Israele in primis. Non mi vergogno di dire che la diplomazia Usa non ha nulla dell’intelligenza politica dei Metternich.

Volete un altro esempio chiarissimo dello strapotere (commerciale, quanto meno) dell’America nei nostri confronti? Perché nessuno mi dà mai una risposta, quando dico che il problema degli F-35 sono gli F-35 stessi, poco affidabili e del tutto superflui, visto che gli attuali F-16 sono molto più avanzati delle migliori carrette volanti, che si fabbricano attualmente in Russia e Cina?

Parlando di politica interna, altra cosa assai curiosa è l’impegno di Renzi a indire un referendum confermativo sulle riforme costituzionali in discussione – si far per dire – in Parlamento. Poiché tutti sanno benissimo e mettono in conto, fin da ora, una sonora bocciatura da parte degli elettori italiani di questa discutibile riforma del Senato e del Titolo V, vorrà dire che avremmo perso, come minimo, due anni di tempo in discussioni inutili e sterili. Il problema vero è che la riforma del Senato fa parte del “pacchetto” di modifiche costituzionali, il cui king maker è il padre del Porcellum. Invece di abolire o, quanto meno, accorpare le Regioni esistenti, Renzi che fa? Le potenzia, addirittura, con i suoi giochi di prestigio da mago Merlino. E il popolo sovrano che fa? Lo vota.

Per me, lo dico e lo scrivo dalla fine della Guerra Fredda, non c’è che una strada maestra: l’elezione di una nuova Assemblea costituente, che lavori in parallelo a quella ordinaria, la quale, nel frattempo, non potrebbe azionare l’articolo 138 della Costituzione. Il resto, francamente, produrrà solo altri, incommensurabili disastri.

Infatti, nel frattempo, nell’inconcludenza colpevole di questo ennesimo Governo “quirinalizio”, l’impresa e l’iniziativa privata muoiono per il semplice fatto che, con Renzi, ha vinto il partito trasversale della spesa pubblica e delle tasse.

Vedrete se la Triplice non si metterà di traverso su tutto (in particolare, sulla già evanescente riforma del pubblico impiego e del lavoro), facendo affondare per sempre il nostro Paese. Alitalia, la chimica e la siderurgia sono le prossime vittime delle loro battaglie di fine Ottocento. Intanto esprimo tutta la mia solidarietà e un abbraccio ideale alle partite Iva che hanno dovuto chiudere l’attività, in questi ultimi, terribili sette anni.

Renzi capirà, o no, che verrà presto investito dal treno della “non-ripresa”? Temo che, in ogni caso, per come siamo fatti noi, a un demiurgo seguirà un altro demiurgo, il quale attuerà il ritorno alla lira, favorendo l’iperinflazione conseguente e la reintroduzione di politiche autarchiche pur di mantenere in piedi questo folle sistema di welfare. Se dovessimo tornare alla lira, in soli cinque anni bruceremmo la metà del risparmio delle famiglie. Finché restiamo nell’euro vuol dire che, continuando di questo passo, presto o tardi, Troika arriverà. Perché, bisogna pur dirlo: quel 60 per cento di italiani che campa di spesa pubblica, non vuole e non può capire che stiamo andando verso il suicidio assistito di questo sbrindellato Stato-nazione, con un’agonia destinata a durare ancora parecchi anni. È questo ciò che si vuole veramente?

E, intanto, si sente dire: “Ma che volete dal pubblico impiego, con tutte le tasse che pagano gli statali”. Domanda: perché gli statali sono dei produttori netti di ricchezza? O, forse, è vero il contrario? Che, cioè, gli statali consumano sempre più ricchezza prodotta da un numero sempre più ridotto di soggetti. Dopotutto, il meccanismo è chiaro e semplice, come in natura. Ovvero: continuando a prelevare acqua dallo stesso bacino per irrorare un terreno arido e secco, tra qualche tempo si avrà solo deserto, senza più una sola goccia d’acqua a disposizione. Ergo: milioni di stipendi del pubblico impiego non sono giustificati da nulla, che non sia una ragione di auto sostentamento con le tasse altrui, ovvero pagate dai costruttori netti di ricchezza che, se non evadessero, sarebbero ancora molti, ma molti di meno.

Vediamo di fare un gioco. Immaginiamo di chiedere a milioni di statali che ne pensano a proposito dell’abolizione del sostituto d'imposta, dando anche a loro la stessa libertà di evadere le tasse. Credete che ci sarebbe un solo voto contrario?

Un rimedio epocale all’attuale sfacelo dei conti pubblici? Trasferire tutta la burocrazia in digitale. I risparmi sarebbero formidabili, dato che più del 90 per cento delle varie attività svolte dalla Pubblica amministrazione sono in “auto amministrazione”. Basterebbe comporre un elenco nazionale di “prodotti” al cittadino, per eliminare automaticamente più del 70 per cento degli sprechi. Soprattutto, facendo restare a casa, “a lavorare”, tutti i burocrati che assorbono centinaia di miliardi di spesa pubblica per il loro mantenimento.

Sarebbe risolto, così, il problema della crescita e dell’occupazione. Se convertissimo tutti gli impiegati pubblici in altrettante partite Iva, garantendo loro solo una quota del loro attuale salario, in modo che resto derivi dai guadagni della produttività individuale, avremmo risolto il 90 per cento dei nostri attuali problemi economici.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:16