Il Colle: il Golgota   dell’Italia in declino

Che vogliamo fare? Abbiamo la più grande fuga di giovani italiani all’estero, cresciuti, solo negli ultimi due anni, e solo a Londra, dell’ottantuno per cento (e sono under 40). Non vanno a fare shopping, ma a cercare lavoro, prendendo quello che trovano, e cioè, quando va bene, vanno a fare i camerieri.

Ma mica come lo si farebbe qui in Italia, dove i camerieri sono tutelati, i nostri ragazzi se si ammalano non vengono pagati una volta all’estero e c’è l’indiano che prende il loro posto, non hanno l’assistenza medica e nessun diritto o quasi. Qui in Italia le colf e le badanti hanno più diritti, orari meno massacranti e uno Stato sociale, quello italiano pagato da noi, da leccarsi i baffi.

Si preoccupano i nostri politici? No, per niente. Come se niente fosse. Agguantato il posto (perché è quello che vogliono tenere), se lo godono. Non combinano niente ma ritengono che adesso sia finalmente il loro momento e ce li dobbiamo sorbire. Ma basta vedere chi è il gran burattinaio che si capisce perché la classe politica non si preoccupa.

Pensate, poverini, adesso devono rinunciare alle vacanze d’agosto, cosa che sicuramente si rivelerà non vera, come tutte le promesse disattese di questo disastrato Governo, il terzo fallimentare voluto da Napolitano, dopo Monti e Letta. Ecco, mentre i nostri ragazzi servono ai tavoli di Londra senza diritti, è bene dire cosa fa e cosa è il nostro capo dello Stato, per spiegarci perché siamo messi come siamo messi.

Nato nel 1925, quasi nell’altro secolo, cioè tre anni dopo la marcia su Roma, è uno statalista con l’idea malnata della verticalità della società, nel senso che lui è sopra costi quel che costi, e gli altri…affari loro, certo, lontano da lui. Quando l’Italia si è liberata del fascismo, il nostro presidente si è buttato su pensiero e opere di Stalin, e non ricorda affatto male chi riferisce che nel 1956 Giorgio Napolitano è stato dalla parte dei sovietici che invadevano l’Ungheria con i carri armati. Il problema dei carri armati era di chi moriva, perché lui, sfanga qui e sfanga là, ha trionfato nella nostra Repubblica. Praticamente, fa e disfa senza costrutto le cose del nostro Stato. I giovani in malora, e lui, con la sua cultura anacronistica e la convinzione statalista nefasta di uno strano primato della politica (la sua), interviene e decide, ordina il da farsi alle Procure di tutta la Repubblica e, in generale in ogni dove, dato che si intromette su tutto, riforme costituzionali comprese. La democrazia non esiste in Italia perché Napolitano non sa cosa sia, in ogni caso non l’ammette. Si fa come dice disgraziatamente lui e il suo costoso staff, altrimenti ci sono i carri armati.

Gli italiani rimangono a casa perché di vacanze non è aria, non c’è lavoro, non ci sono soldi e, quelli che c’erano, con l’asse che ha disastrosamente voluto con la Merkel prendendo a calci di nascosto un Governo popolare legittimo, ci hanno fatto pelo e contropelo supini (sempre grazie a Giorgio), e lui imperversa alla faccia nostra come se di vacanze non ne facesse mai abbastanza, dopo averle garantite ai suoi cocchetti messi di peso a carico dello Stato. C’è da dire che si dice sempre “rattristato” per la situazione in cui si trovano gli sfigati, cioè sempre gli altri, gli italiani, noi.

Lo Stato gronda sangue e lui non lo capisce, come in Ungheria. Figliastra del sacro pensiero di Napolitano, in quanto costruita nel tempo a immagine e somiglianza, è la burocrazia strapagata in Italia come in Europa. Chi non sa che in Italia bisognerebbe pagare i deputati e i senatori italiani – dopo averli ridotti per numero almeno della metà – come un parlamentare europeo? Tutti lo sanno, e nessuno lo fa. Un europarlamentare ha uno stipendio mensile di seimiladuecento euro, più un budget massimo di quattromilatrecento euro di spese generali per affitto e bollette d’ufficio, cancelleria, computer e costa al contribuente un sesto di un parlamentare italiano.

I controlli sulle spese pare siano diventati rigorosi da quando i parlamentari italiani europei si facevano rimborsare a costo pieno dopo aver viaggiato con un low cost – in pratica si prendeva il volo tipo Ryanair – novanta euro al massimo per andata e ritorno, ci si faceva rimborsare il volo business Alitalia, milleduecento euro circa, e questo si ripeteva più volte al mese negli anni. Chi non sa che si potrebbero risparmiare almeno duecento milioni l’anno in Europa, se Parlamento e commissioni avessero un’unica sede a Bruxelles? Qualcuno vuole porre il problema in Europa? Lo vogliamo eccepire? E poi, venendo alla sostanza, a che cosa serve davvero un parlamentare europeo se non a se stesso, per lo stipendio? In Europa il potere reale è nelle mani di istituzioni non elette da nessuno. Che cosa rimane da fare a un eurodeputato? Ed a un deputato in Italia?

Noi, cari italiani, serviamo a pagare e fare esistere un Quirinale che fa come gli pare, una politica inutile e incompetente, un’Europa burocratica. Noi siamo qui per pagare, pagare, pagare posto che abbiamo il record mondiale delle tasse (nel 2013 al netto del sommerso abbiamo toccato quota cinquantatré per cento di imposizione fiscale). Ma oltre a pagare, che vogliamo fare?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19