Il premier Renzi   ha la memoria corta

Se osserviamo gli ultimi eventi abbiamo la certezza che qualcosa non va. Per quattro giorni non si è parlato d’altro che della Concordia, della professionalità di ingegneri e tecnici che hanno reso possibile l’impresa. Tutti sotto l’ala protettrice di Gabrielli e la benedizione del “pifferaio fiorentino”. Lui se ne è attribuito il merito, presenziando sul molo dove ha avuto modo di gloriarsi del risultato.

A quel punto, poiché mancavano tre ore alla conclusione del Tour de France, mi sono detto “vuoi vedere che si precipiterà a Parigi, nel tentativo di far proprio anche il successo di Nibali?”. Il mio è stato un cattivo pensiero. E mi sono sentito rinfrancato quando non l’ho visto vicino alla maglia gialla. L’impresa del corridore, uomo sano di sport ed esempio limpido della enorme potenzialità italiana, non poteva essere svilita.

Pochi sanno o non ci fanno caso che Equitalia, su disposizione governativa, concede rateizzazioni ai martoriati italiani che non sono in grado di adempiere al dovere fiscale. Eppure lo sanno tutti – e lo sa anche Renzi – dove si annida la grossa evasione. Ogni tanto vengono chiamate in causa le cooperative rosse. Ma di riflesso, mai direttamente. Come può essere definito evasore chi non riesce a pagare cinquemila euro, o cinquantamila euro, se deve far fronte non solo a una insopportabile Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o Ires (Imposta sul reddito delle società), ma anche ai numerosi balzelli?

Si è chiesto il signor Renzi – il quale spinge sulla riforma del Senato, importante sì, ma non quanto quella della giustizia o della Pubblica amministrazione – se i cittadini italiani siano felici o se quest’anno si debbono preoccupare di racimolare qualcosa per rispettare le scadenze fiscali? La risposta è no. Anzi, il premier minaccia di andare al voto se continuerà l’ostruzionismo sulla riforma del Senato. Renzi è sicuro della vittoria ma io non sarei così ottimista e chiederei ai sondaggisti di fare i conti con il popolo moderato. Un popolo che è intenzionato a “rivoltare l’Italia” individuando, attraverso le primarie, i soggetti adatti a far riacquistare agli italiani l’entusiasmo dei giorni migliori, per far sì che lo statalismo ceda il passo al liberal riformismo.

A tal proposito, la spesa pubblica continua a salire mentre il pil è fermo o addirittura è sceso. Si ricorda Renzi che doveva polverizzare gli sprechi? A oggi non ne è stato eliminato neanche uno. Carta canta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:06