Migranti, e se l'aiuto   arrivasse dal Papa?

A fronte della vera e propria mattanza in corso per gli sbarchi e i tentativi di sbarco degli immigrati stranieri sulle coste italiane ed europee, è bene che sia chiaro che la questione e il problema della cosiddetta “difesa” delle frontiere è problema collettivo ed europeo. Il che significa che i Paesi non direttamente esposti, non possono ritenere di essere esenti dalle conseguenze e dagli effetti del problema. La politica italiana evita l’argomento, tanto anche se lo affrontasse, non saprebbe come risolverlo. Posto che ha un’idea a dir poco nulla di come si risolvano i problemi del Paese, figuriamoci quelli di disperati come quelli di cui si parla. Non è roba da incompetenti in cerca di fama e di impiego. Come si può pensare di risolvere la mattanza?

Una soluzione possibile è quella di individuare zone extraterritoriali, dunque non italiane, o spagnole o cipriote, in cui vale il diritto europeo dell’immigrazione. Qui si costituiscono centri di accoglienza nei quali i migranti devono essere subito condotti, e in cui fare lo smistamento, l’accoglienza – o il respingimento a seconda dei casi – a cura di autorità non nazionali, possibilmente dell’Unione. Dato che anche l’Ue sembra unicamente arrovellarsi e porsi il problema dell’accaparramento di posti ben retribuiti, in attesa che rinsavisca e torni qui sulla terra tra noi, tali centri possono essere creati e gestiti anche dallo Stato della Chiesa. Il problema è di tutti, ed è sostanzialmente, primariamente di tipo umanitario.

Lo Stato della Chiesa ha capacità economiche e, che si sappia, si propone di fare del bene all’umanità, dunque quale occasione migliore per occuparsi e risolvere un problema di tale portata? In Italia si sa quanti migranti si possono accogliere e contenere, si sa fino a quale numero ve ne è la convenienza stessa a che si posino sul territorio, si sa in quali casi e come si sia obbligati all’accoglienza – termini e modalità – e si sa anche che, in assenza di respingimenti e rimpatri efficienti, l’Italia sarà travolta. I cittadini italiani lo sanno, i politici italiani sembra di no, ma gli italiani li informeranno. L’Ue potrebbe cogliere l’occasione e prendere corpo, diventando finalmente tangibile, confrontandosi con una materia impegnativa e guadagnandone in credibilità, oltre che facendo provare e sentire ai cittadini “europei” gli onori e gli oneri della propria stessa protezione e tutela, della propria stessa esistenza. Ma volterà le spalle perché è questo che fa e sta facendo tuttora. Le persone muoiono, a Bruxelles Lussemburgo e Strasburgo guardano morire. E non è un caso il rigetto – quasi un’ondata di vomito collettivo –verso un’Unione arida e arcigna sui conti e vile nei confronti di persone e di uomini che hanno il diritto di esistere, vivere e sopravvivere. Si adoperi e muova, non solo in un selfie, Papa Francesco. Gli italiani non chiedono agli stabili di proprietà della Chiesa il pagamento dell’Imu, dell’Ici e quant’altro. Lo Stato della Chiesa si prodighi per parte italiana investendo in umanità globale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:16