I parlamentari   li decidono gli italiani

Allora non ha ancora capito Silvio Berlusconi? Gli italiani vogliono votare con il sistema più democratico possibile, che vuole dire che deve essere chiaro chi mi rappresenta. Ma perché tanta arlìa contro gli italiani? Cosa si pensa, che siamo irresponsabili? Le persone sanno regolarsi benissimo. E capiscono con chi si ha a che fare, cosa si sa e soprattutto cosa non si sa fare.

Siamo tutti incastrati in un sistema che si è aggrovigliato nel tempo, incagliato e incancrenito. Ci vuole davvero poco a governare ed a stare in Parlamento, se il gioco principale è aumentare il debito pubblico. E così è stato sempre fatto da quando esiste lo Stato. Dove è il bandolo della matassa? Sicuramente nel dare spazio agli italiani e alle loro scelte responsabili. Basta presidenti della Repubblica che decidono per tutti, basta partiti sanguisuga incapaci di gestire anche i soldi che sono stati dati loro a iosa (i partiti politici sono tutti in stato pre-fallimentare). Bisogna traghettare lo Stato nel mercato responsabile, è questo che farà da discrimen tra ciò che può esistere e ciò che necessariamente deve estinguere, venire meno ed essere cancellato.

È la regola della responsabilità e del merito, agli antipodi rispetto a quelle applicate in Italia sino ad oggi. Il migliore servizio che la politica (così come oggi è intesa) possa rendere al Paese è scrivere e far passare una legge elettorale che metta le decisioni in mano al popolo. Dunque, prima che si faccia un altro strafalcione da incompetenti allo sbaraglio come nel caso del Senato – in cui si escludono i cittadini elettori – bisogna dare voce alla volontà popolare. Guardare per credere come si comportano le persone, ad esempio, quando il semaforo è spento in strada. C’è il deficiente che mette a rischio, ma, in generale, la gente si regola ottimamente e il traffico scorre meglio che con i vigili, anzi molto meglio. Mai visto agli sportelli delle Poste quando non funzionano, per mancanza di elettricità od altro, i numeretti? La gente si regola benissimo, e si va molto più rapidamente che con il sistema elettronico. O nei parcheggi liberi? Parcheggiano tutti stando attenti che l’altro possa uscire. C’è insomma un accordo tacito di convivenza base, le persone si autoregolano degnamente. Le spese in una famiglia? Ci si regola. Solo lo Stato è sregolato, incontrollato, ha quale soluzione principale l’aumento infinito e sregolato della spesa pubblica.

Insomma, le regole servono, ma ad agevolare l’accordo e la responsabilità dell’individuo dentro la collettività. L’attuale idea, per la nuova legge elettorale, di aprire alle preferenze ma con la condizione del capolista bloccato, non è una grande idea. Piuttosto un insulto. Con il 16/17 per cento di Forza Italia, nei centoventi collegi, verranno eletti infatti unicamente i capolista e anche chi ha moltissime preferenze, cioè chi davvero gli elettori vogliono e meritano di avere – pregi e difetti – non passerà.

Checché ne dica Matteuccio alle prese con qualcosa più grande di lui, e chiaramente non informato dal partito che rappresenta e grazie al quale governa, il Partito democratico ex comunista non è mai stato d’accordo sulle preferenze, attaccato a doppia mandata ad un referendum del passato che gli ha consentito di arraffare il potere, e a dare a tutti la certezza, alla luce dell’esperienza dimostrata, della completa inadeguatezza.

Quello che stupisce non capisca, è Berlusconi. Ma lo vuole capire che il popolo italiano ha creduto in lui, ma non nel circo mediatico che s’è portato dietro? Con le preferenze, spereremmo di sfrondare noi per lui, e di indicargli con chiarezza chi sa fare e chi no, chi dovrà esserci e chi no. Ma chi li vuole quegli inutili beneficiati in Parlamento? Gli italiani aspettano da vent’anni e oltre che smetta di cooptare yesman incapaci in quanto tali – uomini e donne – e faccia politica seriamente consentendo al Paese di disporre e fare lavorare ai comandi persone capaci e preparate, non macchiette. Quelle se le tenga a casa propria, se gli piacciono, ma non ce le metta economicamente sul groppone. Sono un costo che non vogliamo più pagare per la sua bella faccia. Ci vogliono le preferenze e senza lista bloccata per il capolista. Deve essere eletto chi è in grado di gestire qualcosa, che sappia cosa e come fare, gli altri si dedichino ad altro. Gelaterie, pizzerie, mettere su famiglia (per questa, peraltro, ci vuole una certa capacità), insomma Briatore ha spiegato cosa fare.

La gestione politica del potere comporta legittimazione diretta, capacità e responsabilità. Qui urge chi sappia gestire una politica economica, chi abbassi la tassazione, chi sappia operare in nome dell’Italia in Europa, chi faccia crescere il benessere collettivo. La soglia di sbarramento per chi si coalizza deve essere alta se no ci ritroviamo Casini, Fini e altri che non vorremmo più vedere. Niente di personale, ma quello a cui abbiamo dovuto assistere è stato pessimo. La soglia deve essere almeno al cinque per cento. Basta miracolati, vogliamo persone credibili in quanto competenti. Gli italiani sapranno scegliere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14