Lo Stato minimo e la Repubblica presidenziale

O si cambia in Europa o I want my money back! Siamo proprio sicuri che l’Italia da luglio stia presiedendo il semestre europeo? Non viene neanche invitata agli incontri che contano. Eppure sarebbe alla Presidenza. Perché? Non esiste una politica europea, non esiste una politica italiana. Non esiste niente, anzi c’è l’occupazione scientifica dei posti pubblici, come se non fossimo assediati dalla guerra fuori e dentro. Se ci fosse qualcuno al potere capace o anche solo un po’ competente, saprebbe di dovere cogliere l’indicazione di Giuseppe Guarino, in evidenza nel “Saggio sull’Europa e l’euro” e, smettendola con l’inutile e dannoso giochetto della maggiore o minore flessibilità, denunciare a Bruxelles i regolamenti illegittimi e nulli da cui discende il fiscal compact. Non si tratta di ricontrattarlo, ma semplicemente di dichiararlo nullo e di tornare a rispettare i trattati liberamente sottoscritti da Maastricht, Amsterdam e Lisbona che impongono i controlli dei bilanci nazionali al fine, tuttavia, di garantire crescita e occupazione. L’esatto contrario cioè di ciò che il fiscal compcat ha fin qui prodotto in danno dei popoli europei, quello italiano incluso.

Possibile che al Governo, in Parlamento – in quello italiano come in quello europeo – nessuno senta il dovere e la responsabilità di porre tale questione? O qualche associazione dei consumatori non ritenga di avviare una class action contro i responsabili che redassero quei regolamenti e dei Governi che li adottarono senza battere ciglio?

Porre la questione è basilare per la rimodulazione dell’Europa e dell’Unione stessa. L’Europa è malata perché è quella sbagliata. Ha seguito, o meglio inseguito, il percorso falso ed errato nell’insipienza collettiva, e “grazie” ad esso siamo arrivati dove siamo, cioè alla crisi totale – sociale e economica – destinata all’accelerato, inarrestabile declino economico, oltre che morale.

L’Italia deve fare le riforme che non fa. Che non sanno fare. Che non sono capaci di fare. Questi fanno passerelle inutili e penose pensando sia governare. Il Paese è prigioniero di potenti sindacati impegnati a lottare contro il lavoro; il Paese è, dopo l’inflazione, in deflazione, dissanguato da burocrazia e apparato amministrativo, dai monopoli pubblici, ha assassinato la propria industria suicidando imprenditori onesti. Il Paese ha abbattuto il lavoro e tutto ciò che di produttivo esisteva.

Ci vuole un programma che nei prossimi dieci anni assicuri il cambio di marcia – non a chiacchiere, nei fatti – bisogna mettere da parte saltimbanchi sciocchi, affabulatori e prestigiatori superficiali e occupatori di poltrone pubbliche a sbafo, perché si cambi in fretta il destino già presente.

Il programma deve prevedere l’abbattimento del potere di veto dei sindacati e la liberazione dello Stato dalla cappa ideologica vetero marxista, sconfiggere la deflazione, tagliare le tasse, smembrare i carrozzoni pubblici, liberare le energie di mercato e fare ripartire l’economia. Bisogna resuscitare il senso del dovere, la responsabilità, il risparmio, la dignità e il decoro degli italiani.

L’Italia dispone di energie forti, generose e capaci, lontane dal potere: chiamiamole. Mandiamo a casa il presidente Giorgio Napolitano, incapace da sempre di interpretare ogni possibilità di crescita economica e di benessere del Paese, sostituiamolo con soggetti in grado di passare il testimone dell’Italia a un’Europa rivista e corretta; un presidente come – per esempio – Paolo Savona che svolgerebbe il compito presidenziale gestendo la transizione necessaria verso lo Stato minimo, la Repubblica presidenziale, la detassazione e il libero mercato. Cooptiamo forze quali quelle di cui l’Italia dispone, sinora tenute alla larga perché bloccata da e in un’idea di politica che non è tale.

Il mondo non è come lo desideriamo, ma lo facciamo noi. Muoviamo le “corde” del Paese in modo da ridisegnarlo, riabilitarlo, farlo riemergere in Europa. Cresciamo. Noi tutti vogliamo crescita, benessere e prosperità.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 20:40