Responsabilità politica   che proprio non c’è

Tutti rispondono di quello che fanno. Ma se un Governo sbaglia politica, come ne risponde? Ad esempio la richiesta di nomina di Federica Mogherini per parte italiana, che sarà tale solo dopo il consenso espresso dal Parlamento europeo in seguito ad accurato e rigoroso esame delle strampalate idee filo arabe, è un macroscopico errore politico di Renzi il quale, oltre a doversi scusare, dovrebbe essere chiamato a responsabilità politica e al risarcimento dei danni causati. Sì, perché senza un ruolo dell’Italia all’economia in Europa, tutta l’Italia ci perde gravemente. Chi risarcisce noi italiani delle scelte sciocche?

Per l’Italia sarebbe stato manifestamente più opportuno disporre di un portafoglio economico, perché, se si vuole cambiare politica economica, sarebbe convenuto guidare una commissione che si occupa di quel settore. Ad esempio ci sarebbe stato bisogno di un vicepresidente con delega all’economia europea, e invece ci teniamo una nomina di pochissima utilità con il pregio di escluderci dal resto di rilievo. Non solo l’Italia avrebbe dovuto puntare a ruoli economici, ma la scelta errata fatta pesa ab origine in termini di mancate altre nomine. Chi ne risponde?

L’Italia non ha alcuna strategia europea, mentre Francia, Gran Bretagna e Germania sì, da noi solo chiacchiere. Chi ne risponde? Non c’è nessuna strategia neanche all’interno, in Italia; si guardi allo Sblocca Italia, dal titolo umoristico, dato che non è in grado di sbloccare alcunché . Serve il rilancio del Paese e si mette in cantiere un provvedimento con meno di quattro miliardi (ne servono cento), per di più già stanziati da governi precedenti – si ricordi che siamo a numero tre governi voluti da Giorgio Napolitano, cioè non eletti: Monti, Letta e Renzi. Altro che rilancio dell’economia italiana! Altro che Europa! Qui è un’invocazione palese al commissariamento dell’Italia per incapacità politica manifesta! Chi ne risponde?

La responsabilità di chi governa è ad oggi connessa unicamente alla capacità ed efficienza nel prendere scelte e produrre decisioni coincidenti presuntivamente con la realizzazione di obiettivi e interessi dei rappresentati, cioè de gli italiani. Il sostanziale distacco dalla volontà popolare del rappresentante deve renderlo responsabile politicamente e sanzionabile. Il rapporto del regolare controllo tra governanti e governati deve cioè essere funzionale al vincolo di rappresentanza che deve legare l’eletto al popolo elettore. Si ricordi che è a quest’ultimo, cioè al cittadino elettore italiano che appartiene la sovranità.

La sanzione del mancato rinnovo del consenso elettorale al rappresentante è insufficiente, a maggior ragione a fronte di un sistema in cui il popolo viene ripetutamente esautorato ed estromesso dal proprio diritto. In altre parole, non puó intendersi affatto sanzione di responsabilità il solo mancato rinnovo del consenso – sempre ammesso che Giorgio Napolitano lo faccia esprimere e dare -, diversamente nella responsabilità politica è da identificare una sanzione concreta e reale, effettiva ed istituzionalizzata. Tra l’altro, eviteremmo così i perditempo, come negli annunci: No perditempo. Il gelato lo vadano a mangiare a casa.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14