La riforma Giannini:   macelleria sociale

E' quasi suonata la campanella! Ricomincia la scuola! Sveglia! Sveglia!

Ma... non è per tutti così. E non è necessariamente una buona notizia, come potrebbe esserlo per qualche studentello svogliato. Non sarà una buona notizia, ad esempio, per gli insegnanti precari da anni e che quest'anno si ritroveranno senza una cattedra. Non sarà una buona notizia per tutte le vittime, ad esempio, dell'imminente (contro)riforma Giannini. E non è una buona notizia per un Paese che ha eletto o nominato una classe politica che spreca denari pubblici a go-go e ritiene che sia giusto fare macelleria sociale. Dunque, parlavamo appunto della controriforma Giannini-Renzi o Renzi-Giannini che, di fatto, non abolirà il precariato, ma aumenterà la disoccupazione e la disperazione sociale, già di per sé molto grave. La scuola italiana, si sa, è già abituata ai tagli.

Ma, senza una scuola efficiente, si sa anche che non vi è e non vi può essere un futuro credibile. E la soluzione non è certo l'entrata dei privati nelle scuole, come spesso accade negli Usa, che certo non sono la culla della cultura, tutt'altro (si pensi al fatto che un Obama - tanto ingenuamente e scioccamente osannato in Italia - formatosi presso le scuole del suo Paese, si permette di paragonare il nostro Colosseo ad un campo di baseball! Sic!). Gli insegnanti precari, ovvero coloro i quali saranno presto condannati da questo Governo alla disoccupazione, sono quelli cosiddetti di “terza fascia”, ovvero coloro i quali hanno iniziato ad insegnare subito dopo la laurea ma che, di fatto, per legge, “non sono abilitati” all'insegnamento. Che cosa significa, in questo triste Paese, essere “abilitati all'insegnamento”? Aver frequentato un corso specifico istituito dal ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca (Miur), spesso della durata di due anni e con costi ingentissimi, fra tasse ed iscrizione.

Ovvero un buon modo, per lo Stato, per fare cassa sulle spalle dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati! Insegnanti, precari e disoccupati che, frequentando tale corso, peraltro, già si sobbarcherebbero le spese di viaggio (visto che spesso i corsi si tengono nelle Università delle maggiori città italiane), le spese di soggiorno per coloro i quali abitano lontano dall'Università stessa, nonché il costo dei libri richiesti per frequentare il corso medesimo. Ora, si consideri anche che in questo triste Paese vi sono casi di insegnanti che - pur trovandosi in “terza fascia” e non essendo quindi “abilitati” - hanno conseguito, per meriti e lavoro, punteggi superiori rispetto ad altri insegnanti che sono, invece, “abilitati”.

Con la (contro)riforma Giannini - che di fatto cancellerebbe gli insegnanti di “terza fascia” - i punteggi conseguiti da costoro sarebbero considerati... inutili! Pazzesco! Assurdo! Vergognoso! Ma si rendono conto la signora Giannini ed il signor Renzi dell'iniquità che stanno per mettere in atto? Ma si rendono conto dell'obbrobrio normativo che stanno per attuare ai danni di persone che, per anni, si sono fatti il mazzo nella scuola ? Evidentemente, fra sparate propagandistiche, secchiate mediatiche e tweet per ammazzare il tempo, costoro non riescono a rendersene conto. Oppure se ne rendono conto anche troppo bene e sanno quanto potrebbe essere utile tutto ciò al fine di far cassa se tutti quanti si “abilitassero”, pagando il famoso “pizzo” di tasse d'iscrizione al Miur.

Ancora una volta siamo di fronte all'ennesima “svolta buona” del Governo Renzi, ovvero all'ennesima decisione autoritaria ai danni del cittadino-lavoratore-precario-disoccupato ed a tutto vantaggio delle elite, di chi è già coperto e paraculato. L'ennesima vergogna di un'Italia guidata da una classe politica “bipartisan” senza alcuna coscienza civile e sociale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:15