Daniza e la critica   della “Region Pura”

La recente vicenda dell’orso Daniza ha sollevato proteste decisamente stupide e irrazionali, subito appoggiate da politici alla perenne ricerca di consenso, ma non ha indotto nessuno a porsi domande sulle politiche di spesa generali che le Regioni decidono. Il caso Daniza riguarda il ripopolamento di orsi nelle Alpi alto-atesine. Già, ma con quale scopo? Ha senso mobilitare risorse organizzative e finanziarie per evitare l’estinzione di una specie che, a differenza di alcune altre, non svolge alcun ruolo rilevante e accertato per l’eco-sistema e, in compenso, aggredisce spesso la dotazione ovina del posto con grande piacere dei proprietari ma nessun piagnisteo degli animalisti?

Tuttavia, l’Alto Adige non è alla prima prova di iniziative a dir poco stravaganti e, ovviamente, costose. E’ di pochissimi anni fa l’avvio, poi smorzatosi rapidamente, di una brillante strategia tecnica per la difesa dei poveri ghiacciai, loro stessi minacciati di estinzione, per mezzo di enormi teloni deposti sul loro dolente dorso in modo da proteggerli dai raggi del Sole. La tecnologia impiegata era certamente di alto livello ma la finalità, e le spese, erano altrettanto sicuramente un’alta dimostrazione di spreco deliberato e, anche qui, senza alcun senso razionale poiché l’opera di contrasto nei confronti dello scioglimento dei ghiacciai è un po’ diversa da quella di una normale difesa della pelle per mezzo di creme solari. Più o meno contemporaneamente, sulle Dolomiti, altri specialisti sperimentavano sofisticati dispositivi elettronici in grado di segnalare anche le più piccole frantumazioni e sgretolamenti della roccia in modo da consentire misure, stesure di modelli matematici e magari previsioni locali dei micro-eventi in corso.

Fenomeni senza dubbio tristi ma, ancora una volta, fuori dalla portata di qualsiasi possibile intervento di ripristino anche dopo l’effettuazione di sondaggi geologici. Sempre nello stesso periodo, un gruppo di sociologi locali aveva presentato un progetto di ricerca sul tema della povertà in Alto Adige. Una ricerca senza ombra di dubbio difficile e ambiziosa, dato che la provincia di Bolzano è la quarta regione italiana in fatto di reddito pro-capite. Per trovare un povero, comunque definito, si dovrebbe far passare ogni valle con attenzione certosina per poi reperire qualche caso sulla cui esistenza il parroco locale avrebbe potuto dire tutto senza imbastire una sussiegosa ricerca scientifica.

Quando si cita il trattamento economico di favore che l’Alto Adige riceve dallo Stato italiano, la gente locale fa immediatamente presente l’efficienza della Provincia e l’oculata amministrazione locale rispetto ad altre realtà regionali. Sarà senz’altro vero anche perché, per convincerci, scrivono molti dei loro documenti in ben tre lingue, stando attenti alla filologia italiana, tedesca e ladina. Triplicando pagine, addetti e tempi di lavoro.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:06