Rinegoziare l’Europa   prima della sua fine

Le istituzioni europee si devono dare una regolata. La pacchia deve finire. L’inutilità e al contempo la dannosità della costruzione europea così com’è, è evidente a tutti. L’Europa unita non era stata concepita per essere il carrozzone dei carrozzoni.

Il referendum sull’indipendenza della Scozia è l’ottima occasione per segnalare molto più di un nervosismo, ma la totale insofferenza e mal sopportazione da parte dei cittadini europei. Tutti ormai contrari all’Europa dei popoli che è divenuta da tempo l’Europa dell’austerità (cioè della miseria di tutti) a trazione tedesca. Solo gli attuali burocrati inseriti nelle istituzioni europee non vedono, o meglio non vogliono vedere. Troppo comodo. Vorrei esprimere solidarietà a Marine Le Pen che, sulla via giusta, deve tuttavia sentirsi totalmente isolata, con quell’essere pavido di Hollande (e compagnia) che governa scandalosamente male la Francia (la politica intesa come soldi a iosa gratis e tresca perenne, invece che lavoro duro e impegno capace, profondo e determinato per la crescita del proprio Paese).

Qualunque sarà stato l’esito del referendum indipendentista scozzese, l’esempio della possibile scissione comporta una rimodulazione dell’intera Unione. Il problema cioè non è ( né sarà) se la Scozia più o meno indipendente rinegozierà o meno le condizioni con l’Europa, se ne farà parte o meno, la vera questione è (e sarà) nella rinegoziazione tutta delle condizioni dello stare in Europa da parte di tutti gli Stati membri. Il leader indipendentista Alex Salmond di fatto ha già vinto anche se perde, soprattutto se perde. Ha detto testualmente di non volere, cedendo la sovranità economica, “finire come l’Italia” (la Grecia o la Spagna) . Sarebbe opportuno che Giorgio Napolitano, autore dell’incancrenimento dell’Italia, legga con attenzione quelle parole e capisca bene dove ci ha portati con le sue strampalate anomalìe imposte al Paese. E’ infatti dal novembre 2011 che l’Italia ha governi che non sono frutto di legittimazione popolare ma meramente parlamentare. Renzi come Monti e Letta non sono stati nè sono al governo in base al sacrosanto, legittimo mandato popolare. Il popolo che vota e chiede di essere rappresentato non è un optional, è la base dell’ottenimento di ciò che merita per sè. Rende se stesso ed è responsabile. Essersi immiseriti in Italia per le scelte tanto arbitrarie quanto errate di Napolitano, è tuttora un passaggio catastrofico della storia politica ed economica del nostro Paese. Esautorati della scelta e della democrazia, siamo alla miseria, non solo politica.

Si ricordi inoltre che nell’Unione europea la Gran Bretagna ha sempre goduto di una serie di clausole di favore – opt/outs - relative all’euro e a Schengen, tenute presenti le quali la Scozia, indipendente o no, chiederà comunque la nuova negoziazione per una eventuale propria nuova presenza, da attuare ad esempio con accordi intergovernativi. La Scozia ha il sessanta per cento del gas e del petrolio dell’intera Unione europea (risorse per 2400 miliardi di euro), e l’Europa non tarderà a passare presto oltre l’indipendenza – avuta o meno - e la sovranità per concludere accordi. L’esempio del desiderio indipendentista scozzese scatenerà in un affatto remoto futuro lo stesso desiderio e tensione di altre regioni, determinando in breve tempo l’inevitabile smembramento della zona euro. Le Fiandre in Belgio, la Catalogna in Spagna, la Corsica in Francia e il Veneto o la Lombardia in Italia presenteranno presto il conto della disintegrazione, innanzitutto per la crisi debitoria, ad un’Europa tanto inutile quanto inutilmente costosa. L’ eventuale successiva chiusura dei Paesi membri non farà poi che aggravare le condizioni. Il problema non sarà se la Scozia potrà o vorrà chiedere di essere nuovamente europea, il problema è ciò cui fa da esempio oggi il voto secessionista, indipendentemente dal suo esito positivo o negativo. Si è già visto Cameron correre ai ripari per evitare il dimezzamento del suo stesso Paese, e affermare di voler garantire più autonomia alla Scozia, che è già qualcosa per gli scozzesi che sanno di essere notevolmente più ricchi della Gran Bretagna.

L’Europa della Merkel e di Napolitano, l’Europa della austerità cieca e della miseria nera (con la disoccupazione record e le imprese morte suicide e assassinate) non la vuole nessuno. L’Europa a trazione tedesca, del quarto reich, con la Germania che da malata cronica è riuscita, lì dove tempo addietro cercava di riuscire con la guerra, a farsi considerare dagli sciocchi “modello” d’Europa, ne prenda atto, ficcandoselo bene in testa. I Paesi vogliono prosperare, l’unico modo per essere e rimanere europei è che l’integrazione dei popoli, lungi dall’essere lo scialare di lusso per pochi, sia conveniente economicamente a tutti.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19