Ora il governo politico   federale europeo

Ci ho scritto anche un libro, Made in Europe, edito dalla Aracne al prezzo non proprio economico messo dalla casa editrice di 35 euro (scelta assurda dell’editore, infatti quasi nessuno l’ha comprato), ho scritto che la Francia era in panne e si sarebbe presto scrollata rabbiosamente di dosso Hollande (sarà sempre troppo tardi) e le sue politiche pro miseria.

Ho scritto contro l’austerità voluta e imposta da Angela Merkel, che, grazie a tutti noi cittadini europei, ha fatto della Germania la potenza economica dominante nel nostro continente, ho scritto di Giorgio Napolitano e della sua falsa tenuta a favore delle ragioni dell’Italia, il quale ci ha svenduti ignobilmente all’Europa – sbagliata - a sola trazione tedesca, pensando di tenersi la presidenza della nostra Repubblica, incurante di averla annientata, colpita e affondata politicamente, economicamente e socialmente. Lo scrivo anche qui, da tempo, con chiarezza. Ci vuole il governo politico federale europeo.

L’Europa politica federale rappresenta l’unico sistema istituzionale democratico in grado oggi di tenere insieme lo Stato di diritto e la diversità di cinquecento milioni di persone che hanno lingue e storie differenti. Non è possibile che uno Stato membro ceda ulteriori competenze senza una accountability democratica, senza che un Presidente sia eletto, e senza che un Parlamento europeo, eventualmente integrato da quelli nazionali, possa votare la sfiducia. Senza una capacità di bilancio e un’imposizione fiscale. Se Europa unita deve essere, è necessario riavvolgere il nastro, tornare indietro, riordinare la storia, e ricostruire il progetto europeo oggi gravemente deviato. Nessun padre fondatore dell’Europa unita avrebbe mai neanche solo concepito un’Europa come questa.

Non solo idealmente, in pratica. Questa Europa non corrisponde cioè ad alcun interesse né comune né nazionale esistente. Né si può costruire una nuova Europa con regole vecchie. Bisogna correre a ricontrattare l’Europa. Il ministro degli esteri dovrebbe convocare i ministri degli esteri di una lista scelta di Paesi membri e porre il problema. Noi ci mandiamo l’inutile Mogherini voluta da Renzi? Gli errori politici in Italia non si pagano. Ognuno è tenuto personalmente a pagare i propri, ma, quelli politici, non li paga nessuno. Sanno nitrire i cavalli di Renzi? O mangiano solo la biada/ stipendio rubato a noi? La risposta è la seconda. Ecco perché Renzi deve andare a casa al più presto portando con sé Napolitano.

Perché non servono. Fanno danni. Vedano intanto se riescono a levare almeno un po’ di tasse che gli italiani sanno ormai benissimo che, pur pecoronamente pagando, i soldi sono indirizzati e dati nella maniera sbagliata, cioè invece che verso la produzione e gli investimenti che farebbero ripartire, vanno nelle tasche del pubblico che non funziona. Per rimettere in piedi la struttura Italia, marcia alle fondamenta, l’unica via possibile è ridurre all’osso l’intera struttura privatizzando, quindi responsabilizzando. La responsabilità di uno che lavora non passa per il pubblico, ma per il privato. Non dovrebbe essere così, per tante ragioni, ma è così, di fatto, e per tale va preso e “gestito”.

In Italia lavori bene e ci tieni, solo se è tuo, allora io Stato lo faccio diventare tuo, o come fosse tale, e tu farai faville perché ne sarai responsabilissimo. Altrimenti rimani lì e perdi tempo, sei improduttivo, inutile. Un antico e sacrosanto proverbio africano dice “ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non importa che tu sia leone o gazzella, l'importante è che cominci a correre”. Si cominci a correre.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:05