Ebola, Oms punta   a vaccino nel 2015

Sindaco De Blasio: "Non ci sono ragioni di allarme per il caso di Ebola a New York" Nina Pham, la prima infermiera contagiata da Ebola a Dallas, sara' dimessa oggi. Lo ha annunciato il National Institute of Health che ha curato la ragazza. L'NIH ha annunciato che Nina non ha più il virus nel suo organismo. La Pham era stata contagiata in ospedale dal liberiano Thomas Duncan.

Intanto è risultato positivo all'Ebola Craig Spencer, il medico tornato 10 giorni fa dalla Guinea dove era stato a contatto con malati, e ricoverato in un ospedale di New York. Lo riferisce il New York Times. Il medico, 33 anni, era stato ricoverato d'urgenza e i primi test hanno rivelato che ha contratto il virus. Ora si trova in isolamento al Bellevue Hospital, il centro sanitario attrezzato per ricevere pazienti altamente contagiosi. Subito è partita la caccia a tutte le persone che sono state in contatto col medico negli ultimi giorni. La fidanzata è già stata posta in isolamento.

IL PERCORSO DI SPENCER - L'uomo ha viaggiato mercoledì in metro e su un'auto Uber per andare e tornare da Brooklyn a Manhattan. Spencer ha lasciato la Guinea il 14 ottobre ed è arrivato a New York il 17. Ha avuto la febbre la prima volta mercoledì, anche se da un paio di giorni si sentiva particolarmente stanco. Le autorità stanno monitorando quattro persone: la ragazza del medico, due amici e l'autista della Uber. La sala bowling di Williamsburg dove Craig si è recato è stata chiusa per precauzione.

Il tragitto elaborato dal sito americano Mashable

"Non ci sono ragioni di allarme per il caso di Ebola a New York", ha detto il sindaco della Grande Mela Bill De Blasio. "Ebola non si comunica con contatti casuali, è difficile contrarla in metropolitana", ha detto De Blasio.

"Dallas è stata colta impreparata da Ebola, noi no": così invece il governatore di New York Andrew Cuomo. "Ci preparavamo da settimane sperando che non succedesse, ma siamo pronti". Con l'ultimo paziente trovato positivo al virus Ebola, il medico di New York appena tornato dalla Guinea, sale a 18 il numero di malati curati fuori dall'Africa, molti dei quali rimpatriati dai paesi dove l'epidemia è più intensa. Negli Usa sono 9 i pazienti trattati per il virus, il primo dei quali è stato Kent Brantly, un medico missionario rimpatriato dalla Liberia e guarito anche grazie al siero sperimentale Zmapp. Come lui sono guariti altri due medici e un'infermiera, che avevano contratto il virus in Africa, e un cameraman della Nbc. Sono guarite anche le due infermiere che si sono infettate dopo il contatto con il 'paziente zero' statunitense, il cittadino liberiano Thomas Eric Duncan, che invece è morto. In Spagna sono morti entrambi i missionari rimpatriati merntre Teresa Romero, l'infermiera che si è infettata dopo aver curato uno dei due, è stata dichiarata guarita pochi giorni fa. Sono guariti anche un'infermiera curata in Francia, una in Spagna e un operatore sanitario in Norvegia, tutti rimpatriati dopo aver contratto il virus in Africa. Anche in Germania sono stati trasportati tre pazienti. Due medici, uno guarito e uno ancora in trattamento, e un operatore dell'Onu che invece è morto.

OMS PUNTA A VACCINO NEL 2015 - Le ditte farmaceutiche impegnate nella messa a punto di vaccini contro il virus di Ebola si sono impegnate ad accelerare i tempi e "alcune centinaia di migliaia di dosi" di vaccini potrebbero "essere disponibili nella prima metà dell'anno prossimo". Lo ha detto oggi a Ginevra il direttore generale aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Marie Paule Kieny.

SALGONO GLI AIUTI DALL'UE - Intanto l'Europa aumenta gli aiuti economici per l'emergenza in Africa. L'Ue - come annunciato su Twitter dal presidente del Consiglio Ue Van Rompuy - aumenterà gli aiuti finanziari a un miliardo di euro per combattere il virus di Ebola. La proposta di aumentare gli aiuti a uno miliardo era stata avanzata nei giorni scorsi dal primo ministro britannico David Cameron. Sinora il contributo europeo nella lotta al virus Ebola ammontava a circa 600 milioni.

PSICOSI A MADRID, NIGERIANO MUORE SENZA SOCCORSI - Un nigeriano è morto sabato scorso all'aeroporto di Barajas, a Madrid, dopo essere rimasto privo di sensi al suolo nel terminal 1 durante 50 minuti, senza essere assistito dai servizi sanitari, che temevano potesse trattarsi di un sospetto caso di ebola. Secondo quanto riferisce il quotidiano El Mundo, il cittadino nigeriano, proveniente dalla Turchia su un volo di Turkish Airlines, dopo aver passato il controllo della dogana è svenuto in preda a tremori. E' morto dopo due ore nello stesso scalo aeroportuale. La successiva autopsia ha accertato che il decesso è stato provocato dalla rottura di uno degli ovuli carichi di cocaina che l'uomo aveva ingerito.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:15