Croce, la storiografia   e la politica di Pannella

Tra le problematiche speculative che il Benedetto Croce storico decise di affrontare vi è quella del “tempo giusto” che deve trascorrere prima che uno storico possa accingersi e dedicarsi a raccontare gli avvenimenti con equilibrato e considerevole distacco. Croce parte da un presupposto: eliminare le false preoccupazioni. Non commettere il paradossale errore di pensare che le carte conservate negli archivi siano migliori dei documenti utilizzati dai contemporanei. Non commettere l’errore di pensare che occorra attendere la “fine delle passioni” poiché proprio le passioni e il coinvolgimento sono i necessari ingredienti di ogni studio storico. Secondo Croce per giudicare un evento è necessario attenderne la fine. Benedetto Croce non scrisse la storia del fascismo e su tale scelta gli furono mosse accese accuse, in molti misero in discussione come svolgeva l’opera di storico. Croce non scrisse del fascismo perché: “il compito che mi toccò allora fu non di fare la storia del regime fascista ma di aborrirlo e, con quel tanto d’intelligenza e di animo che possedevo, contrastarlo dal canto mio e indebolirlo”.

L’insegnamento di Croce, a ben scrutare, può essere percepito in ottica formalmente pannelliana poiché proprio il “Marco nazionale” ha impresso all’azione politica italiana e internazionale un pragmatismo di fatto, invitando gli intellettuali, i “maestri” e gli accademici ad intervenire, con forza, ad urlare, il dissenso e la proposta nel concreto vivere e susseguirsi del regime, oggi, regime partitocratico. Dopo gli anni settanta del novecento, molti storici di formazione comunista hanno lavorato nella illusione che la fase storica del fascismo non dovesse considerarsi conclusa e che il fascismo dovesse continuare a presentarsi come minaccia totalizzante nel circuito complesso della democrazia italiana. Finché il fascismo continuava a vivere, il comunismo poteva rivendicare il proprio manifestarsi antifascista e nascondere la storia dei propri orrori, delle alleanze sovietiche e dei trascorsi antidemocratici e totalitari. Finché restava viva la paura del fascismo, il comunismo poteva giustificare la sua presenza e il suo cammino nella storia democratica. Benedetto Croce riteneva che per giudicare un evento occorresse aspettare il compimento di una fase storica.

Durante il manifestarsi di un regime, compito dei “padri della libertà della cultura” dovrebbe essere quello di agire e muoversi per indebolirlo, tentando di bloccarlo. La forza dell’attuale regime partitocratico e delle sue radici sociali è quella di aver saputo imporre all’opinione pubblica anche la propria opposizione che pubblicizzata e diffusa lavora per l’affermazione del regime stesso, senza il regime, questa opposizione createsi non avrebbe vita. Storicamente, il fallimento del marxismo storico è stato quello di aver concepito la storia come un susseguirsi continuo del progresso, retaggio culturale della concezione politica e sociale del positivismo. Il pensiero crociano ha indubbiamente rappresentato uno svecchiamento culturale di primaria importanza per l’Italia, imbevuta negli ingranaggi del positivismo e del vecchio spiritualismo.

La rivista fondata da Croce, “La Critica”, esercitò una grande funzione di ammodernamento della cultura italiana. Croce esercitò pensiero e azione in un contesto politico nel quale la cultura svolgeva un ruolo decisivo nella lotta al liberalismo e alla democrazia riuscendo ad imprimere con dovuta azione lotta a tale programmazione della schiavitù generalizzata. L’attualità politica vede il trionfo del regime partitocratico nella sua peggiore rappresentazione e contemporaneamente con lo sfaldarsi dell’azione della cultura sulla politica, quello che resta è solo il regime. L’eredità crociana che possiamo “pannellizzare” e quindi radicalizzare è quella della cultura e dell’azione dei suoi protagonisti. I maestri della libertà della cultura tornino a farsi vivi, ora, nell’attualità e ad agire. Semplicemente per produrre e proporre speranza e alterità al regime e dal regime.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:12