La prova dei fatti  per Matteo Renzi

Per Matteo Renzi è arrivato il momento della prova dei fatti. Il Presidente del Consiglio dovrà dimostrare (nei fatti, non negli slogan) di essere in grado di andare avanti nonostante i poteri forti, nonostante la voglia di "non cambiamento" che certe categorie non perdono tempo a dimostrare. E non parliamo soltanto deisuperpagati burocrati nostrani o quelli della Ue.

Nei confronti del sindacato, ad esempio, il premier è stato di una chiarezza alla quale non eravamo più abituati: «E’ giusto che il sindacato faccia trattative - ha sostenuto Renzi - ma con gli imprenditori. Non con il governo. Se per anni si è pensato che per fare una legge bisogna chiedere il permesso ai sindacati, ci siamo sbagliati. E’ arrivato il momento che ciascuno in Italia torni a fare il suo mestiere. Le leggi si fanno in Parlamento. Se i sindacalisti vogliono trattare si facciano eleggere. Io ho detto ai ministri che siamo disponibili ad ascoltare. Se hanno considerazioni da fare li ascoltiamo, se gli viene più comodo possono mandarci una mail, ma è ora di finirla di pensare che si alza uno e blocca gli altri». Più chiaro di così l'ex sindaco di Firenze non poteva essere perchè troppe volte il sindacato si è messo di traverso contro provvedimenti che (piaccia o non piaccia) si sono resi oramai indispensabili per il Paese.

Renzi ha però anche un'altra sfida di fronte, una sfida dalla quale troppo spesso nel passato ministri e capi di Governo sono usciti con le ossa rotte. E questa sfida, fondamentale anch'essa per il futuro italiano, si chiama riforma della Giustizia. Leggi la stampa e vieni a sapere che, in vista dell'assemblea straordinaria dell'Anm prevista per il prossimo 9 novembre, i togati stanno già organizzandosi (soprattutto via mail) per una lotta contro i provvedimenti dell'esecutivo ritenuti «punitivi» e «intimidatori» e l'atteggiamento accusatorio del premier, si traduce nella richiesta di uno sciopero e non solo "bianco".

Ha scritto l'altro giorno, Marcello Pera su Libero che gli sarebbe piaciuto essere alla Leopolda per dire "con l'autorità, mi rendo conto, del vecchio reduce rincoglionito (memore del'esperienza di Forza Italia, ndr) attenti agli errori delle cose dette e non fatte o fatte solo a metà e male. La rivoluzione è una bestia che non richiede distrazioni o accomodamenti. Non è 'moderata'".

È il grande appuntamento, la vera rivoluzione, che Renzi deve affrontare, appunto senza distrazioni e, soprattutto, senza accomodamenti di sorta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:13