Franceschini pronto alla sfida dell’e-book

In Italia negli ultimi anni il Dicastero della Cultura non ha brillato per figure di spicco: ministri ombra, politici di professione senza alcun background specifico, aspiranti poeti… poi finalmente Dario Franceschini, che sembra aver preso sul serio il proprio incarico ed ancor più la sua centralità in un paese come il nostro. Convinto del proprio operato e conscio della propria mission, Franceschini sembra voler imprimere un segno profondo ed imporre un cambio di passo. Dopo il plauso ottenuto a fine maggio con il decreto “Art Bonus” sul mecenatismo culturale, il Ministro sembra pronto ad una nuova “battaglia” in favore della cultura.

La partita dell’iva sugli ebook sembrava esser ormai persa, ma proprio nel giorno di apertura della ormai storica fiera della piccola e media editoria – Più libri più liberi – quest’anno alla 13ᵃ edizione, ospitata fino a domenica presso il palazzo dei Congressi di Roma, Dario Franceschini ha rilanciato, via Twitter, annunciando di aver presentato un emendamento all’articolo 17 della legge di Stabilità, con la quale l’iva dei libri su formato elettronico verrebbe – giustamente – equiparata a quella sui libri cartacei, ridotta dal 22 al 4%. A livello europeo (si ricorda che la materia è affidata alle competenze di Bruxelles) l’iva agevolata sui libri elettronici non è vista di buon occhio. Sulla base di una Direttiva dell’ormai lontano 2006, gli ebook sono assimilati a software e videogiochi e pertanto non “meritevoli” di agevolazioni di sorta. Solo i cugini d’oltralpe, in maniera del tutto autonoma,hanno abbassato l’aliquota al 7%. Certo è che con questa mossa l’Italia si presenterà su una posizione netta e chiara al Consiglio della Cultura del 25 novembre, anche se l’ultima parola spetterà all’Ecofin, nell’incontro calendarizzato per il 9 dicembre. Nel caso la proposta di equiparazione dell’iva al 4% per tutti i libri, cartacei e digitali, venisse respinta, scatterebbe la procedura di infrazione.

Marco Polillo, Presidente dell’Associazione Italiana Editori – Aie – non ha tardato ad esprimere il proprio plauso, ritenendo la proposta del Ministro una misura giusta che mette fine ad una insensata discriminazione. Polillo si è dichiarato fiducioso che possa presto arrivare una approvazione dell’emendamento, considerando anche il grande impegno parlamentare profuso da maggioranza ed opposizione (la materia era già stata oggetto di emendamenti da parte di diversi schieramenti politici). L’ebook non rappresenta ancora un mercato di particolare interesse per il pubblico dei lettori italiani, peraltro alquanto ristretto: stime 2013 rilevavano che solo 4 italiani su 10 hanno dichiarato di aver letto almeno un libro nel corso degli ultimi 12 mesi. Al contrario la doppia versione sembra ormai una strada obbligata per gli editori: oltre il 60% dei titoli esce ormai nel doppio formato, anche se il giro d’affari dell’ebook è stato di appena il 3% nel 2013 ed è stimato al 5% per il 2014. Questo scenario ripropone sempre il classico dilemma dell’economista: è l’offerta a creare la domanda o piuttosto è vero il contrario?

Sul versante dell’offerta desta qualche perplessità il recente arrivo, in Italia, del ‘flat’ di Amazon per la lettura. Meno di 10 euro al mese e un universo titoli di circa 700mila opere (15mila i titoli in italiano, assenti bestseller e news). Vien da chiedersi se in un mercato editoriale che non si contraddistingue per particolare effervescenza possa essere questa la reale soluzione,ovvero l’incentivo alla lettura. Del resto un libro è un libro e poco importa che venga acquistato con un click in un carrello virtuale piuttosto che sugli scaffali della libreria di quartiere. Sarebbe auspicabile soltanto vedere per quest’anno dati meno scoraggianti sulla lettura. Non solo per salvare dal baratro un’industria importante,quanto piuttosto per salvare gli italiani dal baratro dell’ignoranza!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:05